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AI, il 75% delle professioni dovranno di ricevere formazione per l’upskilling o il reskilling entro il 2030. Lo Studio

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Con l’AI la domanda di lavoro in Italia continuerà a crescere, in particolare serviranno figure tecniche specializzate e di formazione, secondo il nuovo Rapporto Fastweb-EY. Renna (Fastweb): “Servono strumenti di governance per un'adozione sicura dell'AI nei processi aziendali”. Pipola (EY Italia): “Saremo chiamati a supervisionare i lavoro dall’IA". Gli investimenti delle imprese in AI generativa.

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Rapporto “Intelligenza Artificiale e trasformazione delle organizzazioni e del lavoro. Sfide e opportunità in otto settori”

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il mondo del lavoro e l’Italia non fa eccezione. Lo rivela un nuovo rapporto presentato alla Camera dei Deputati, frutto della collaborazione tra Fastweb e EY.

Per effetto dell’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale si stima che fino al 2030 la domanda di lavoro in Italia continuerà a crescere e la richiesta di figure professionali tecniche continuerà a essere sostenuta negli otto settori produttivi presi in esame nel rapporto, ovvero banking & assicurazioni, ict, comunicazione e media, pubblica amministrazione, sanità, istruzione e formazione, manufactoring e retail.

In linea generale, fino al 75% dei profili professionali avranno bisogno di ricevere formazione per l’upskilling o il reskilling delle proprie competenze entro il 2030

E questo è il dato di fatto più rilevante con cui tutte le organizzazioni devono fare i conti e su cui le Istituzioni per prime, ma anche le imprese, devono lavorare per promuovere formazione e acquisizione di nuove competenze.

L’AI non sostituirà gli esseri umani e i lavoratori si trasformeranno in supervisori, ma serve formazione specializzata

L’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo il nostro modo di vivere e lavorare. Per questo è indispensabile lo studio delle sue dinamiche per delineare le politiche necessarie da avviare, con l’obiettivo di favorirne lo sviluppo e mitigare i potenziali impatti negativi”, ha commentato L’On. Walter Rizzetto, Presidente XI Commissione Lavoro pubblico e privato, Camera dei deputati.

Per governare questo cambiamento epocale, oltre agli investimenti in infrastrutture e prodotti IA, servono programmi di formazione per le persone e strutture aziendali dedicate, con strumenti di governance per un’adozione sicura dell’IA nei processi aziendali”, ha dichiarato Walter Renna, Amministratore Delegato di Fastweb.

L’AI faciliterà alcune attività come, a titolo esemplificativo, la raccolta dati, la preparazione di testi, la traduzione e molte altre operazioni dispendiose in termini di tempo, ma non sostituirà l’intervento umano. I professionisti saranno chiamati a supervisionare e verificare quanto prodotto dall’IA“, ha affermato Irene Pipola, EY Italia Sustainability Consulting Leader.

Lo studio stima un incremento della domanda di figure professionali skillate fino a +5,8% nel settore più tecnologicamente maturo come il banking e le assicurazioni, in cui l’integrazione con i nuovi strumenti AI based è già in corso.

I settori invece per cui si attende una maggiore trasformazione nel prossimo futuro, come effetto dell’introduzione di IA generativa, sono invece l’istruzione e formazione, comunicazione e media, sanità e amministrazione pubblica.

Le professioni AI based del futuro

Nel banking & assicurazioni così come nella PA e nell’istruzione, saranno soprattutto le figure professionali tecniche specializzate nella gestione dei dati – fattore chiave per lo sviluppo di applicazioni e servizi basati sull’intelligenza artificiale – come il data scientist (+9,1% nel Banking).

Sempre più richiesti anche i profili legati alla protezione dei dati come il responsabile privacy e compliance (+7,8% nella Pa), l’esperto di sicurezza dati (+12,1% nell’ICT), lo specialista in cyber security (+12,5% nel Banking) e in cloud computing.

In forte aumento anche le figure specializzate nell’IA come l’IA engineer (+8,7% nel settore Comunicazione e Media) e l’esperto di integrazione dell’IA chiamate a favorire il processo di diffusione e di adozione dell’AI all’interno delle organizzazioni.

All’interno del Rapporto vengono anche individuati i tre fattori chiave di successo che possono facilitare l’adozione dell’IA all’interno delle organizzazioni:

sarà sempre più necessario adottare una governance ibrida che promuova, attraverso la leadership, sperimentazioni all’interno dei vari dipartimenti creando delle best practice diffuse in tutta l’organizzazione; lo sviluppo di competenze attraverso programmi specifici di formazione per il personale;

investimenti in infrastrutture e in servizi cloud e di cyber security per lo sviluppo di progetti e di applicazioni basate su IA sicure e affidabili.

Gli investimenti delle imprese in AI generativa

Secondo il nuovo report “State of Generative AI in the Enterprise”, il sondaggio trimestrale del Deloitte AI Institute, condotto su oltre 2.770 intervistati in 14 Paesi, le imprese stanno investendo significativamente in soluzioni di intelligenza artificiale generativa (gen AI).

Nonostante alcune sfide iniziali, legate all’implementazione, come la gestione dei dati, gli investimenti necessari e la misurazione dei risultati, le aziende stanno affrontando queste difficoltà con determinazione, puntando a massimizzare il valore di questa tecnologia.

Secondo il 67% degli intervistati, la propria azienda sta aumentando gli investimenti in gen AI e l’interesse in questa tecnologia rimane “alto” o “molto alto” tra il 63% dei dirigenti senior e il 53% dei membri dei Consigli di amministrazione.

Le sfide

Tre gli ostacoli principali ravvisati nell’implementazione della gen AI riguardano la gestione del rischio, tra cui le “preoccupazioni per la conformità normativa” (36%), la “difficoltà di gestione dei rischi” (30%) e la “mancanza di un modello di governance” (29%).

Alla base di queste preoccupazioni ci sono i rischi specifici, come i pregiudizi e l’allucinazione dei modelli, i problemi legati alla privacy e alla fiducia degli utenti.

Per promuovere la fiducia e garantire un uso responsabile della gen AI, le organizzazioni stanno lavorando attivamente per stabilire meccanismi di supervisione, tra cui: la “creazione di un quadro di governance per l’utilizzo degli strumenti e delle applicazioni gen AI” (51%); il “monitoraggio dei requisiti normativi per garantire la conformità” (49%); “test interni su strumenti e applicazioni gen AI” (43%).

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