Quasi sei italiani su dieci, il 58% su un campione di 1000, non conosce l’intelligenza artificiale o ha una vaga idea di cosa sia e ciò che permette d fare. Lo dice il report Trend Radar di Samsung che getta un po’ di scompiglio in un mercato che, ancora una volta, dimostra la sua volatilità, quando si tratta di passare dall’effetto “wow” dell’AI a qualcosa di più concreto.
Irene Di Deo, Ricercatrice Senior Osservatorio di IA del Politecnico di Milano ha spiegato che negli ultimi anni il mercato dell’AI è cresciuto del 262%. Solo tra il 2022 e il 2023, si è assistito ad un +52% anche se di questa fetta una piccolissima parte spetta all’AI generativa. “L’AI si divide in sei tipologie di soluzioni. La più grande è dedicata all’esplorazione dei dati e all’analisi predittiva. Poi soluzioni specifiche, dall’analisi dei testi a sistemi di raccomandazione, analisi di foto e video e orchestrazione dei sistemi. Solo il 5% riguarda la generazione di contenuti. Per la maggior parte delle aziende che hanno già progettualità IA all’attivo, la GenAI ha accelerato il percorso di adozione. Quali i benefici? Per il 40% riduce i tempi di esecuzione, per il 34% agevola le attività ripetitive”.
Ancora poco democratica
Insomma, si parla molto del democratizzare l’uso dell’intelligenza artificiale ma è chiaro che ci sia ancora del lavoro da fare. La Gen Z è la più preparata sull’argomento: il 55% ha una conoscenza puntuale della materia. Seguono i Millennial (49%) e la Gen X (37%). Sono i Boomer invece la categoria con le idee meno chiare: infatti, tra coloro che dichiarano di avere una conoscenza vaga, il 71% è proprio di questa generazione.
Per quanto riguarda l’atteggiamento delle persone nei confronti di questa tecnologia nel nostro Paese, emerge in generale un clima di fiducia: il 65% degli Italiani ritiene che migliorerà la nostra vita. L’AI è il futuro per il 79% e viene percepita come un’innovazione in grado di semplificare l’uso della tecnologia nella vita quotidiana dall’84%, uno strumento che diventerà presto un alleato di tutti i giorni (79%) grazie al livello di personalizzazione che è in grado di abilitare in ciascun device, rispondendo alle necessità del singolo utente (tra i più fiduciosi, la Gen Z per l’85%) e un aiuto concreto a rendere la nostra vita più sostenibile perché ci supporterà nel ridurre i consumi energetici (71%).
Il Trend Radar rivela che 1 Italiano su 4 non usa l’AI nella produttività quotidiana legata a studio o lavoro. Ricerca di informazioni su temi poco conosciuti, gestione e rielaborazione di informazioni e creazione di contenuti testuali e multimediali sono le operazioni più frequenti rispettivamente per il 32%, 25%, 24% degli intervistati. Ci sono differenze notevoli a livello generazionale: se solo l’11% della GenZ dichiara di non utilizzare AI nella produttività quotidiana, la percentuale sale al 21% dei Millennial, al 32% della Gen X e il 37% circa dei Boomer. Quasi un rispondente su due della GenZ utilizza l’AI per cercare informazioni su temi poco conosciuti, il 35% nella gestione e rielaborazione di informazioni, il 24% per rivedere documenti, il 20% per la scrittura delle mail.
Eppure l’AI c’è già
Secondo gli Italiani, i device su cui l’Intelligenza Artificiale può raggiungere i massimi livelli di aiuto personalizzato sono: lo smartphone (54%), il laptop (44%), gli elettrodomestici (27%), gli Smart TV (17%), lo smartwatch (11%), il tablet (7%). Smartphone e laptop sono considerati i due device su cui l’AI ha maggiore impatto per la Gen Z (55% circa). Il laptop, invece, è il device che più può beneficiare dell’AI secondo il 49% dei Boomer (vs. 47% dello smartphone). I Millennial identificano negli Smart TV i device in cui l’Intelligenza può̀ raggiungere i suoi massimi livelli di aiuto personalizzato all’utente (19% del campione vs il 14% degli appartenenti alla GenZ).
Gli elettrodomestici invece raggiungono il picco con la Gen X (28%). Entrando nel dettaglio degli elettrodomestici, quelli secondo gli Italiani su cui l’Intelligenza Artificiale può raggiungere i massimi livelli di aiuto personalizzato sono il robot per le pulizie (49%), la lavatrice (32%), il frigorifero (29%), la lavastoviglie (17%) e il forno (16%). Il robot è considerato l’elettrodomestico in cui l’AI ha maggiore impatto, soprattutto per GenZ (53%) e Millennial (53%).
La lavatrice aumenta con l’età, raggiungendo il suo picco tra i Boomer (36%) al contrario del forno che raggiunge il picco con la Gen Z (18%). Il frigorifero invece è il preferito dai Millennial (30%). Gli Italiani percepiscono per lo più l’AI come alleata in ambito domestico: il 29% della Gen Z la ritiene utile in cucina per avere spunti sulle ricette da preparare, il 22% per mantenere la casa pulita. I Boomer ne vedono l’utilità nella riduzione dei consumi energetici (58%) e per migliorare la sicurezza della propria casa (51%).