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AI, Garante Privacy indaga su DeepSeek: dati di milioni di italiani finiranno su server in Cina?

Intelligenza Artificiale sempre al centro dell’attività di vigilanza del Garante Privacy, non nuovo a provvedimenti anche sanzionatori nei confronti dei big del settore come nel recente caso di Open AI, multata per 15 milioni di euro, in primo luogo per mancato rispetto delle norme sul diritto alla riservatezza nell’uso di dati per l’addestramento del software.

E non poteva mancare, quindi, un occhio di riguardo nei confronti di DeepSeek, il fenomeno AI cinese che ha prepotentemente occupato la scena globale sconvolgendo in poche ore le prospettive future delle grandi big tech americane.  

DeepSeek, un fenomeno da esaminare subito

Un fenomeno, DeepSeek, che il nostro Garante fa bene ad esaminare subito, perché il suo impatto anche sul mercato italiano rischia di essere dirompente e molto veloce.

Meglio prevenire che combattere, dice l’antico spot pubblicitario, che ben si adatta anche all’AI made in China. Perché a differenza di Open AI c’è appunto l’ulteriore preoccupazione del Garante per una tecnologia cinese, quindi potenzialmente persino più invasiva di quella made in Usa.

Insomma, c’è di che preoccuparsi. Tanto più che nella Privacy policy pubblicata sul sito di DeepSeek c’è scritto nero su bianco che i dati raccolti vengono conservati “su server sicuri” in Cina.  Quindi, uno dei quesiti avanzati dal Garante ha già una risposta: sì, i dati sono conservati in Cina.

Ma cosa ci farebbero con i dati di milioni di italiani conservati in Cina?

Come sarebbero utilizzati e da chi?

La Privacy policy sul sito di DeepSeek. Basterà?

Basterà questa rassicurazione?

E basterà la rassicurazione sui minori di 14 anni?

DeepSeek è in linea con il GDPR?

Vedremo cosa deciderà il Garante Privacy, che ha concesso 20 giorni di tempo a DeepSeek per dare le opportune informazioni.

La nota del Garante privacy: DeepSeek è in linea con il GDPR?

Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.

L’Autorità, considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia, ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.

Il Garante, inoltre, ha chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati.

Entro 20 giorni le società dovranno fornire all’Autorità le informazioni richieste.

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