Infrastruttura

AI e supercomputing per digitalizzare la filiera agroalimentare italiana, l’infrastruttura Metrofood-It dell’Enea

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Oltre 110 ricercatori coinvolti in 5 centri ricerca dell’Enea e 8 istituzioni nazionali per la ricerca e l’innovazione nel settore agroalimentare danno vita all’infrastruttura Metrofood-It, finanziata dal Pnrr e dedicata alla digitalizzazione dell’industria agroalimentare nazionale. E con l’AI si tutela produzione e sicurezza alimentare dall’estremizzazione del clima.

Il digitale per la sicurezza alimentare, l’infrastruttura tecnologica dell’Enea “Metrofood-It”

La digitalizzazione dell’agricoltura in Europa e quindi nel nostro Paese presenta un notevole potenziale per migliorare l’efficienza, l’efficacia, la sostenibilità, la sicurezza e la competitività in tutto il settore.

L’innovazione tecnologica avrà un ruolo crescente nell’intero ciclo alimentare che va dalla cura del terreno, alla coltivazione, fino alla raccolta, alla trasformazione e quindi alla distribuzione all’ingrosso e al dettaglio dei prodotti che poi arrivano sui nostri piatti come cibo

Tecnologie che possono aumentare le prestazioni delle aziende agricole, migliorando la sostenibilità, la produttività e la resilienza, in particolare attraverso i sensori, l’analisi dei dati (ad esempio basata sull’intelligenza artificiale) e i sistemi di sostegno alle decisioni, portando a operazioni agricole più mirate e precise.

L’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, coordina l’infrastruttura Metrofood-It, finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con 18 milioni di euro.

Un ecosistema tecnologico dedicato all’innovazione del comparto agroalimentare nazionale, attraverso Impianti e strumentazione analitica all’avanguardia, laboratori-cucina, supercomputer, calcolo avanzato, ma anche laser hi-tech, hall tecnologiche e living labs.

Che cos’è e come funziona

Oltre 110 ricercatori coinvolti in 5 Centri Ricerche dell’Enea e 8 istituzioni nazionali per la ricerca e l’innovazione, l’INRiM (Istituto Nazionale di ricerca Metrologica), con le Università degli Studi di Napoli Federico II, Siena, Parma, Roma Sapienza, Bari Aldo Moro e del Molise, per accelerare la transizione digitale, energetica ed ecologica dell’intera industria agroalimentare italiana.

Un’infrastruttura di dati, rete di servizi e insieme di tecnologie avanzate, per facilitare il trasferimento tecnologico, la formazione e la co-creazione, e allo stesso tempo velocizzare i processi di digitalizzazione dei sistemi agroalimentari.

Non solo, perché una transizione così ampia del nostro sistema agroalimentare promette miglioramenti anche in termini di sicurezza alimentare, rintracciabilità e sostenibilità, promuovendo l’affidabilità di prodotti, processi ed informazioni, fornendo servizi integrati ai cittadini, alle autorità locali e a tutti gli stakeholders dei sistemi agroalimentari.

AI per migliorare la salute dei terreni e l’agricoltura sostenibile

L’Enea, inoltre, sta testando nuove soluzioni di intelligenza artificiale anche per studiare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute del suolo e la sua produttività dal punto vista agroalimentare.

Sulla rivista Machine Learning and Knowledge Extraction sono stati pubblicati i primi risultati della ricerca condotta dall’Agenzia e dall’Università degli Studi di Bari, che suggeriscono nuove prospettive per la gestione sostenibile del suolo, la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare.

I dati raccolti dallo studio si riferiscono a 332 campioni di suolo raccolti in 29 paesi nel mondo, che rappresentano una vasta gamma di condizioni climatiche e proprietà del suolo a livello mondiale.

L’aumento delle temperature accelera i processi di decomposizione del microbioma, incrementando la quantità di gas serra emessi in atmosfera, come l’anidride carbonica e il metano. Il risultato è un peggioramento della qualità del suolo che mette a rischio la produzione agricola e la sicurezza alimentare di milioni di persone nel mondo”, ha spiegato Claudia Zoani, ricercatrice della Divisione ENEA Sistemi Agroalimentari Sostenibili e coautrice dello studio insieme al gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Bari, coordinato dalla professoressa Sabina Tangaro.

Il cambiamento climatico in corso sta alterando i regimi di temperatura e le precipitazioni, influenzando direttamente la temperatura del suolo e la disponibilità di acqua. Questi cambiamenti modificano la distribuzione delle comunità microbiche nel suolo e, di conseguenza, i processi di decomposizione della materia organica.

Temperature troppo alte

Quando la temperatura del suolo aumenta, i microrganismi tendono a lavorare più velocemente e a produrre più anidride carbonica (CO2) che sarà rilasciata in atmosfera. Conoscere questo valore dell’attività del microbioma diventa importante per prevedere come il ciclo del carbonio nel suolo risponderà al riscaldamento globale.

Per questo, ha sottolineato Tangaro: “L’intelligenza artificiale può giocare un ruolo fondamentale perché offre strumenti molto efficaci per analizzare dati complessi, fare previsioni e sviluppare soluzioni innovative per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e adottare pratiche agricole sostenibili che promuovano la produzione alimentare nel lungo termine”.

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