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AI e moda, attesi profitti globali per 275 miliardi di dollari entro cinque anni

L’AI nell’industria della moda

L’intelligenza artificiale (AI) è stata accolta a braccia aperte dal mondo della moda. Possiamo dire che questo settore è abituato all’introduzione di novità tecnologiche, nonostante la costante ‘fisica’ e ‘manuale’ nel rapporto tra creatore e materie prime, ma l’AI ha dato forte slancio al rinnovamento dei processi creativi.

Grazie a questa tecnologia il settore ha sensibilmente migliorato l’efficienza operativa, i livelli di sostenibilità e l’attenzione al consumatore, puntando alla personalizzazione dei prodotti e alla qualità dell’esperienza finale (con algoritmi dedicati), raccogliendo ed esaminando una quantità di dati mai vista prima (generati da siti web, blog e social legati alle case di moda e le agenzie).

I suggerimenti di acquisto provenienti dall’AI piacciono ai consumatori, che tendono ad aumentare la propria attenzione ai prodotti e ai servizi e il proprio budget di spesa.

Entro cinque anni attesa forte crescita dei profitti

I settori dell’abbigliamento, della moda e del lusso potrebbero veder decollare i profitti industriali a livello mondiale entro i prossimi tre-cinque anni, secondo uno studio condotto da McKinsey & Co., dal titolo “Generative AI: unlocking the future of fashion”, per un valore stimato in 275 miliardi di dollari.

L’AI generativa, ad esempio, incide fortemente sulle catene di approvvigionamento, creando nuovo valore: “nella gestione della supply chain, i costi di inventario potrebbero essere ridotti del 10-15% e i costi di produzione del 5-10%”, ha spiegato Gemma D’Auria, senior partner di McKinsey & company, in un articolo pubblicato su Milano Finanza.

A partire dalla fase di progettazione del prodotto, i cicli di innovazione possono essere accelerati, con tempi di creazione fino al 60% più rapidi. Questa tecnologia potrebbe ridurre i tempi di consegna del 20-30% e incrementare le vendite del 5-10%”, ha proseguito D’Auria.

Non solo, ha aggiunto la senior partner di McKinsey, perché a livello di vendita al dettaglio l’AI applicata alla fashion industry, “potrebbe ridurre i costi di distribuzione del 10-15%, aumentando la produttività del negozio del 5-10%”.

Tornando alla personalizzazione dell’esperienza del consumatore e alla qualità di questa esperienza, “il potenziale di crescita dei ricavi multicanale è stimato al 30-50%”.

Moda vuol dire anche formazione e competenze

D’Auria ha inoltre evidenziato la crescente domanda di specialisti AI in aree quali customer insight ed experience, sottolineando che il capitale umano gioca un ruolo cruciale nel successo aziendale.

Fondamentale, quindi, risulta la formazione. “Il personale deve acquisire le giuste competenze per utilizzare l’AI in modo efficace. È inoltre molto importante che i dipendenti comprendano l’impatto di questa innovazione sui loro compiti e sulle dinamiche aziendali”, ha affermato Ida Palombella, co-leader mondiale dell’industria della moda e del lusso presso Deloitte.

Secondo il rapporto di Deloitte “Beyond artificial: the future of intelligence”, quasi quattro aziende su dieci oggi, il 38%, utilizzano ampiamente le soluzioni AI dedicate alla moda. In tre anni questa cifra potrebbe salire al 47%.

In Italia, in Europa e nel mondo

Per quanto riguarda l’Italia, il mercato nazionale ha raggiunto un volume di 422 milioni di euro nel 2022, con un ulteriore aumento fino a 700 milioni di euro previsto entro il 2025.

Soprattutto negli ultimi anni, il settore del lusso è stato uno di quelli che più ha sperimentato tecnologie e digitalizzazione. Molte aziende hanno già incluso l’AI nelle loro strategie di marketing”, ha detto Palombella.

In Europa l’AI già rappresenta per la moda un fattore di crescita evidente, con un fatturato vendite superiore a 337,5 milioni di dollari, una quota di mercato globale pari al 30% e un tasso di crescita medio annuo (Cagr 2024-2031) dal 40% circa, secondo uno studio condotto da Cognitive Market Reseatch.

Stesso discorso per il Nord America, dove l’impatto dell’AI sulle vendite ha generato un fatturato pari a 450 milioni di dollari nel 2023 e una quota di mercato del 40%, grazie ad un’avanzata infrastruttura tecnologica e all’adozione precoce nel settore fashion delle soluzioni AI.

Lo studio si attende che il mercato italiano dell’intelligenza artificiale nel settore della moda registrerà una crescita ad un tasso medio annuo del 39,4% entro il 2031, a partire da un valore di mercato pari a poco più di 29 milioni di dollari nel 2023.

Un dato inferiore ai 31 milioni di dollari della Francia e ai quasi 57 milioni del Regno Unito e ai 66 milioni della Germania.

Complessivamente, il mercato mondiale dell’AI applicata alla moda ha raggiunto i 1.125 milioni di dollari di valore nel 2023, secondo Cognitive Market Research.

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