Francia e Germania sono tornate sui loro passi in materia di regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, allineandosi alla posizione del Trilogo Ue in corso a Bruxelles sull’AI Act che riprenderà domattina, che prevede sanzioni nei confronti di ChatGPT e simili per evitare sviluppi indesiderati della nuova e iper pervasiva tecnologia generativa.
Passo indietro non scontato
Eppure, non era scontato che Parigi e Berlino facessero un passo indietro, visto che non più tardi di due settimane fa il quadro era ben diverso, con Francia e Germania, insieme all’Italia, che si erano messi di traverso all’introduzione di controlli e sanzioni sui modelli fondativi dellIA generativa a favore di una visione più edulcorata, che lasciava di fatto all’autoregolamentazione delle aziende (ChatGPT, Google, Microsoft ecc) la governance dell’AI. Rischiando così di far saltare il banco europeo sull’AI Act.
Un passo indietro sostanziale, quindi, rispetto a quanto emerso lo scorso 30 ottobre in occasione della visita a Roma del ministro tedesco Robert Habeck e del ministro francese Bruno Le Maire al ministro del Mimit Adolfo Urso.
Ma cosa è successo da allora?
“Sul far seguire regole cogenti e obblighi da rispettare per chatGPT e simili”, ha detto oggi Brando Benifei, uno dei relatori dell’AI Act durante la riunione del Trilogo, “ha vinto la posizione portata avanti dall’Europarlamento”.
Questa posizione è anche quella del governo italiano, come indicato dal Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione e all’intelligenza artificiale, Alessio Butti, investito della delega il 10 novembre scorso.
Perché Francia e Germania volevano regole meno severe
Fa notare oggi il quotidiano Le Temps che la Francia, con la start-up Mistral AI, e la Germania, con la società Aleph Alpha, si sono rese conto di avere sul loro territorio dei potenziali campioni in grado, forse, di competere con OpenAI, Google o Microsoft. Mistral AI è in procinto di raccogliere 450 milioni di euro, portando la sua valutazione a oltre due miliardi di euro, grazie in particolare a investitori come Nvidia, Salesforce e Andreessen Horowitz. Da notare che Cédric O, ex segretario di Stato francese per gli affari digitali, è consulente di Mistral AI e allo stesso tempo consigliere del governo francese sull’intelligenza artificiale…
Da parte sua, la start-up tedesca Aleph Alpha ha raccolto circa 500 milioni di euro da Bosch, SAP e HP (la sua valutazione è segreta). Il suo direttore ha recentemente affermato che la sua “esistenza è stata minacciata” di fronte al potere finanziario di OpenAI.
In questo nuovo contesto, Francia e Germania sembravano riluttanti a regolamentare in modo specifico l’IA generativa, per timore che le loro start up europee fossero danneggiate da regole troppo severe.
Ma evidentemente hanno cambiato idea e l’equivoco è rientrato.
L’AI Act dell’UE potrebbe esentare i modelli open source dalla regolamentazione
L’Ai Act in discussione a Bruxelles potrebbe esentare i modelli open source da una regolamentazione rigorosa. Lo scrive la Reuters, dopo che i legislatori del trilogo in corso hanno interrotto i negoziati, dopo che quasi 24 ore di trattative notturne non sono riuscite a raggiungere un consenso su come regolare al meglio la tecnologia in rapido sviluppo. I negoziati riprenderanno domani alle 9,00.
Open-source si riferisce alla condivisione libera e aperta del codice software, consentendo a chiunque di contribuire all’aggiornamento o alla risoluzione dei bug.
Fra le aziende europee che operano in open source ci sono anche la francese Mistral e la tedesca Aleph Alpha.
Secondo il documento visionato da Reuters, circolato tra i legislatori giovedì mattina, l’AI Act non si applicherebbe alle licenze libere e open source a meno che, ad esempio, non siano ritenute ad alto rischio o vengano utilizzate per scopi già vietati.
Un’esenzione per i modelli open source realizzati da Mistral e Aleph Alpha potrebbe essere vista come una vittoria da parte loro.
Anche OpenAI, sostenuta da Microsoft, è stata fondata come no-profit open source, prima che il co-fondatore Sam Altman passasse a una struttura a profitto limitato nel 2019.