Nel dibattito nazionale, europeo e internazionale quando si parla di intelligenza artificiale l’attenzione è concentrata, troppa, sui rischi più che sulle molteplici opportunità. L’Unione Europea è citata come un modello sulle regole che implementando con l’AI Act… ma quest’ultimo quando sarà pienamente in vigore? I tempi sono lunghi, lunghissimi rispetto al quotidiano sviluppo degli algoritmi di intelligenza artificiale generativa. Da qui è rilevante quanto annunciato da Brando Benifei, Capo delegazione PD al Parlamento Europeo e correlatore dell’AI Act.
“L’obiettivo è concludere il negoziato con gli Stati membri entro il 2023 ed approvate l’AI Act in modo definitivo a inizio 2024. Dopo serviranno due anni, forse ridurremo a un anno e mezzo il tempo necessario per far entrare il Regolamento pienamente in vigore”, ha spiegato Benifei, quando è intervenuto, di recente, a ComoLake2023 – la “Cernobbio del digitale”, organizzata da Now Italia, e nata con il patrocinio del Dipartimento per la Trasformazione digitale.
Benifei annuncia l’AI PACT, la procedura di compliance anticipata
Quindi visti i tempi lunghi, “nel frattempo”, ha annunciato Benifei, “andremo ad attivare l’’AI Pact’, il patto per l’intelligenza artificiale: ossia la Commissione europea con il Parlamento UE avvierà una procedura di compliance volontaria anticipata. Noi puntiamo molto, perché non vogliamo che si arrivi alla data dell’AI Act pienamente in vigore con Istituzioni e imprese non pronte al rispetto delle norme. Quindi questo accompagnamento alla compliance sarà estremamente importante”.
L’Europarlamentare ha spiegato anche che l’AI Act sarà un Regolamento molto flessibile, perché sarà consentito un aggiornamento visto la velocità di sviluppo dell’IA. Il lavoro di preparazione sull’AI Act è iniziato quando l’AI generativa non aveva un uso quotidiano da parte dei consumatori, per cui è nato con un altro tipo di approccio, “mentre oggi”, ha aggiunto Benifei, “il regolatore europeo vuole governala in modo più profondo e proporzionato anche con il dialogo con gli Stati membri”.
Questa la timeline dell’AI Act. Ma definire solo regole per l’intelligenza artificiale è un autogol a livello europeo, perché l’IA rappresenta un’occasione di crescita economica e sociale per l’UE. N’è consapevole lo stesso correlatore dell’AI Act.
“Non sono sufficienti solo le regole per governare l’IA, servono anche azioni politiche su altri aspetti: servono capitali d’investimento e Ricerca in modo comune con gli Stati UE, un piano comune sulla formazione permanente dei lavoratori e sulla formazione primaria sull’IA”, questa la visione di Benifei.
“Per essere competitivi con Cina e USA”, ha concluso, “non servono solo le regole comuni sull’IA, ma anche azioni comuni dei Paesi UE per sviluppare l’intelligenza artificiale in Europa”.
Mentre a livello internazionale, soprattutto a livello di G7, si sta lavorando sul codice di condotta dell’AI generativa.
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