Le agroenergie stanno ritagliandosi un posto di rilievo nei nuovi scenari energetici. Ne abbiamo parlato con il Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina. Bergamasco doc, 37 anni, sposato e con due bimbi il Ministro è un grande appassionato di temi ambientali.
Key4biz. Biomasse e Milleproroghe: in termini di nuova tassazione pericolo scampato?
Maurizio Martina. Siamo riusciti a evitare un aggravio per le aziende agricole prorogando per il 2015 gli sgravi alla tassazione attuale. Un risultato non scontato che tiene conto delle esigenze delle imprese che oggi devono fare i conti già con molte criticità, a partire dagli effetti della crisi economica. Abbiamo voluto tutelare in particolare la produzione di impianti di minori dimensioni e corretto la modalità di applicazione del regime fiscale, che altrimenti avrebbe penalizzato maggiormente gli impianti di produzione alimentati, per esempio, a biogas piuttosto che le installazioni di impianti fotovoltaici. Nel 2015, quindi, il nostro impegno sarà quello di verificare le possibilità di stabilizzare il regime fiscale attuale anche per i prossimi anni e confermare le stesse modalità di calcolo per tutte le produzioni di energia rinnovabile in ambito agricolo, in modo tale da non creare disparità di trattamento tra le diverse tipologie.
Key4biz. Cos’altro intende fare il Governo per il settore dell’agroenergia viste le potenzialità che vi si annidano?
Maurizio Martina. Le agroenergie rappresentano sicuramente una decisiva opportunità di integrazione al reddito dei produttori agricoli. Penso ad esempio alla valorizzazione delle biomasse, dei sottoprodotti e dei residui che possono trasformarsi in energia e in entrate per le aziende. Vogliamo incentivare, infatti, proprio la realizzazione di impianti di microgenerazione diffusi sul territorio. In questo modo non si crea competizione con le produzioni a scopo alimentare, ma anzi si genera un’importante occasione di integrazione al reddito nell’ottica di un’impresa agricola sempre più multifunzionale, sostenibile e protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici. Proprio con questi obiettivi abbiamo approvato il piano di settore per le bioenergie, che contiene una serie di indicazioni concrete per lo sviluppo del comparto, utili anche per le Regioni che sono impegnate nella programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 e dei Piani di sviluppo rurale.
Key4biz. Il Biometano, possibile evoluzione. Ha senso continuare a parlarne alla luce dei prezzi del petrolio, ora in picchiata?
Maurizio Martina. Su questo punto dobbiamo necessariamente avere un approccio di medio-lungo periodo. Parliamo di un settore che vale già oggi oltre 2,5 miliardi di euro, con oltre mille impianti di imprese agricole, che equivalgono a oltre 2/3 del totale installati nel nostro Paese. Dobbiamo considerare l’introduzione di modalità specifiche di incentivazioni per far partire anche nel nostro Paese una produzione di biometano di origine agricola come un’opportunità interessante per le nostre imprese, sia di realizzare investimenti che di creare opportunità di lavoro nel medio periodo. In quest’ottica le oscillazioni del mercato petrolifero, di cui tra l’altro non possiamo prevedere gli sviluppi, non devono scoraggiare questo percorso anche alla luce del rispetto degli obiettivi relativi all’utilizzo di biocarburanti entro il 2020 fissati in sede comunitaria e della necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi.
Key4biz. La politica energetica dell’Italia è a volte criticata. Qual è l’esempio che può arrivare dall’agroenergia?
Maurizio Martina. Investendo nel settore delle agroenergie stiamo cercando di promuovere un modello di sviluppo che tenga conto delle potenzialità dei territori, lavorando anche sul fronte della sostenibilità e del recupero, che spesso si sono trasformati da costo in un vero e proprio fattore di competitività delle imprese, e della stretta connessione con le filiere produttive autoctone, coniugando rispetto dell’ambiente con opportunità economiche sostenibili.
Key4biz. Un settore che da qui al medio periodo quanto potrà crescere?
Maurizio Martina. Vogliamo creare le condizioni per la crescita. Molto dipenderà dalla capacità di stimolare ulteriori investimenti, non solo con la conferma di un regime di incentivi, ma anche mettendo a disposizione degli operatori un impianto normativo chiaro e ben definito, con un orizzonte temporale di almeno cinque anni e che sappia mettere insieme la massima semplificazione delle procedure con regimi di controllo efficaci. Siamo in campo per soluzioni efficaci che guardino al futuro. Anche su questo fronte l’occasione di Expo Milano potrà essere sfruttata per un confronto mondiale sulle tecnologie, sulle migliori pratiche anche nel comparto agroenergetico.
Key4biz. Quanto sono importanti, secondo Lei, le iniziative informative per incrementare la consapevolezza, a tutti i livelli, dell’importanza dell’agroenergia?
Maurizio Martina. È necessario che ci sia un lavoro di informazione capillare rispetto alle vere opportunità che oggi offre il settore. Serve una divulgazione corretta che arrivi in tutti i territori in modo da sfruttare al meglio le potenzialità che abbiamo, dando la possibilità a tutti i soggetti interessati, quindi non solo imprenditori e cittadini ma anche amministratori, gli strumenti adatti per valutare le diverse tecnologie disponibili e l’effettiva sostenibilità, ambientale ed economica, degli impianti che possono essere realizzati.