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AgID. Caro ministro Bongiorno scelga con saggezza il DG

Ci siamo, dopo una corsa compulsiva di poche settimane, nelle prossime ore il ministro Giulia Bongiorno dovrebbe scegliere la persona che ricoprirà l’incarico di Direttore Generale dell’AgID.

Si tratta di un incarico delicato o inutile in base al modo in cui verrà interpretato dal prescelto, anche sulla base delle direttive politiche del Ministero che sull’Agenzia esercita le prerogative di indirizzo e di controllo. Ma anche di un incarico che, stando ai nomi che si sono susseguiti anche in questi giorni, ha sempre patito le “pressioni esterne” e uno stato di incertezza tellurica.

Così è stato con Agostino Ragosa (capace, ma incaprettato dagli avversari interni ed esterni), seguito da Alessandra Poggiani (che non ha lasciato molto dietro di sé), fino ad Antonio Samaritani, il primo DG che ha chiuso alla scadenza l’incarico triennale, ma in un contesto di frizione con il controllo esercitato dal Commissario straordinario al Digitale Diego Piacentini, nominato anch’egli (come Samaritani) da Mattero Renzi.

Ma veniamo alla scelta di queste ore.

Il bando per il nuovo DG è stato bandito lo scorso 3 luglio, con scadenza per la presentazione delle domande al 13 luglio.

Rispondono in 76 candidati, 68 dei quali acconsentono alla pubblicazione del loro nominativo (una strana soluzione differenziata, alla faccia della trasparenza).

La procedura viene dichiarata subito: selezione veloce, con una prima scrematura ed una preselezione di 10 nominativi, tra i quali pescare i 3 finalisti da cui scaturirà il nome del prossimo DG di AgID.

Ora siamo esattamente a quest’ultimo passaggio, a un passo dalla meta.

La scelta si è ristretta ai 3 finalisti: si tratta di due uomini e una donna, con caratteristiche professionali e percorsi nettamente differenziati.

Il primo è un informatico puro e duro, proviene da un’inutile struttura voluta a suo tempo da Matteo Renzi. Non ha alcuna esperienza di problematiche relative alla Pubblica Amministrazione, come nel caso di tutti gli informatici (compresi quelli che lavorano per la pubblica amministrazione). Manca inoltre di familiarità con procedure e processi della PA, con esclusione di qualcosa che avrà orecchiato negli ultimi 15 mesi.

Il secondo, anzi la seconda, ha formalmente un discreto curriculum. Tuttavia, appare fortemente discontinua. Negli ultimi 9 anni ha avuto ben 6 incarichi diversi, in alcuni casi molto brevi. Tutti presso privati, tranne che in un caso, una pubblica amministrazione locale per la quale ha interrotto “consensualmente” il rapporto dopo appena 18 mesi. Si tratta dell’unico rapporto con la PA, peraltro locale e non portato a termine.

Il terzo sembra inequivocabilmente il più solido, con un’ampia esperienza in grandi imprese private e trascorsi ai più alti livelli di Pubblica Amministrazione centrale e locale, in tutti i casi citati con ampio successo nei risultati.

Sembrerebbe il più dotato e pertanto il più papabile.

Ma non abbiamo i capelli bianchi inutilmente.

Sappiamo bene che le pressioni che si stanno esercitando in questi giorni sono molto forti e il candidato meno papabile potrebbe essere ovviamente quello con meno lanzichenecchi con le armi sguainate a difesa.

Ora siamo alla stretta finale e nelle prossime ore sarà deciso il nome del nuovo Direttore Generale di AgID.

Caro Ministro Giulia Bongiorno, ci affidiamo alla accorta saggezza che ha manifestato costantemente nella sua vita professionale.

Scelga per il meglio.

Orienti la sua scelta sulla figura che maggiormente possa esprimere tutte le qualità richieste al ruolo messo in palio: forza nell’interpretazione del ruolo, competenza nelle scelte e metodo nella gestione delle persone oltre che conoscenza dei processi e delle procedure della PA.

Questa sua scelta darà inevitabilmente un segnale molto forte e contribuirà a dare il passo alla sua azione ministeriale, per la quale persistono grandi aspettative dopo lo stallo degli ultimi anni.

Siamo certi che sceglierà, comunque, per il meglio.

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