“Con la nascita dell’Agenzia nazionale per la cybersecurity voluta dal prefetto Franco Gabrielli si sposterà l’asse della difesa cyber dal fronte dell’intelligence a un ambito residente all’interno della Presidenza del Consiglio, così da obbedire a un’esigenza già seguita da altri Paesi europei ed extraeuropei”.
Con queste parole il Sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, intervenuto al webinar del Parlamento europeo in Italia su ‘La nuova strategia europea per rafforzare la sicurezza informatica’, ritorna sull’idea del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, di creare un’agenzia per cybersecurity non legata più al DIS. Gabrielli annunciò la nascita dell’Agenzia in questa intervista rilasciata in esclusiva di Cybersecurity Italia, a margine del convegno “Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori” organizzato a Roma l’8 aprile 2021.
Mulè: “L’agenzia dovrà poggiare le fondamenta con una norma di primo livello”
“L’agenzia, ha aggiunto Mulè durante il webinar, “dovrà nel più breve tempo poggiare le fondamenta nel tessuto legislativo con una norma di primo livello che vedrà il Parlamento coinvolto per recepirne gli indirizzi e le correzioni. L’obiettivo che si vuole raggiungere con l’istituzione dell’agenzia è quello di adeguare nel più breve tempo possibile il settore della cybersecurity alle mutate e sempre nuove esigenze nazionali e soprattutto internazionali con il superamento di un approccio che fino a questo momento privilegiava il fronte dell’intelligence al quale va dato atto e va detto che in un recente periodo storico ha supplito a carenze organizzative e strutturali che hanno contraddistinto il mondo della difesa cibernetica”.
“Ora e adesso, hic et nunc, si sente invece forte e non rinviabile l’esigenza di intraprendere in maniera decisa e coesa un’operazione di attualizzazione e di adeguamento del nostro comparto Cyber. La creazione di questa Agenzia per la cybersicurezza nazionale si pone proprio l’obiettivo di creare una struttura “votata” alla sicurezza cibernetica, in un’ottica di resilienza dell’infrastruttura digitale nazionale, assicurando il coordinamento tra i soggetti pubblici e privati coinvolti in tale materia”, ha continuato Mulè.
L’agenzia nazionale coniugherà il mondo civile con quello militare e di intelligence
“C’è l’esigenza di una sovranità nazionale tecnologica del Paese. La sfida dell’agenzia nazionale per la cybersecurity sarà quella di aprirsi e coinvolgere il mondo civile coniugandolo con quello militare e di intelligence. Attraverso questa interazione, il nuovo organismo potrà agire in maniera virtuosa creando una nuova cultura digitale che non dovrà limitarsi all’how to do riservata agli esperti, – ha aggiunto Mulè – ma a quella di una formazione il più possibile ‘democratica’ non solo e non soltanto indirizzata agli addetti ai lavori ma che diventi sempre più cultura diffusa anche tra la popolazione civile”.
“La cultura digitale è la sfida che, fin dal sistema scolastico, il Paese dovrà e deve affrontare subito. A questo proposito si sta lavorando al progetto per la creazione di una Cyber Defence Academy, cioè di un centro di alta formazione dove le esperienze maturate nel comparto difesa dovranno coniugarsi con le competenze già presenti nella pubblica amministrazione marciando in maniera osmotica con le imprese private”, ha concluso Mulè.