Ridurre la nostra dipendenza dal petrolio in 10 mosse
La crisi energetica è sotto gli occhi di tutti, basta solo la bolletta di casa a far comprendere a chiunque quanto grave sia l’emergenza che stiamo vivendo legata da una parte alle conseguenze del conflitto aperto dalla Russia in Ucraina e dall’altra al rialzo dei prezzi di gas e petrolio che era già in atto nei mesi precedenti allo scoppio della guerra.
L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha stilato una guida per ridurre il nostro utilizzo di petrolio in 10 azioni da compiere quotidianamente per ridurre sia la nostra dipendenza dai fornitori esteri, come Mosca, sia per inquinare meno, perché non va mai dimenticato che l’Europa è chiamata ad affrontare più emergenze contemporaneamente, tra cui quella climatica, ambientale e del surriscaldamento globale.
Ecco i 10 punti chiave per decarbonizzare la nostra economia e le nostre città:
- abbassare di almeno 10 km/h la velocità con cui ci muoviamo in autostrada, ad esempio passare da 120 a 110 km/h;
- incentivare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, assieme alla micromobilità, la bicicletta e i percorsi pedonali;
- istituire le domeniche ecologiche in città spostandosi solo a piedi, coi mezzi pubblici o in bicicletta;
- promuovere ove possibile il telelavoro/smart working, anche per tre giorni a settimana;
- sfruttare la mobilità urbana a targhe alterne;
- promuovere il car sharing;
- prendere l’abitudine di riempire al massimo i mezzi di trasporto per la consegna merci, evitando di farli girare mezzi vuoti;
- passare rapidamente alla mobilità e ai trasporti elettrici;
- evitare spostamenti inutili, anche per lavoro, sfruttando le soluzioni tecnologiche di comunicazione e videopresenza;
- al posto degli aerei prendere treni notturni o/e ad alta velocità.
Tagliare consumi di 2,7 milioni di barili di petrolio al giorno in quattro mesi
Se pienamente attuate nelle economie avanzate, le misure raccomandate dall’IEA per ridurre l’uso del combustibile fossile potrebbero abbassare la domanda di 2,7 milioni di barili di petrolio al giorno in soli quattro mesi, equivalente al consumo di petrolio necessario ad alimentare tutte le auto in Cina.
Più della metà delle esportazioni russe di petrolio è destinato all’Europa e circa il 20% alla Cina, ma il mercato è globale, il che significa che i cambiamenti nell’offerta e nei prezzi riguardano tutti.
Gli aumenti dei prezzi, d’altronde, si fanno già sentire un po’ ovunque. Anche se il prezzo del petrolio sui mercati internazionali non è salito così tanto, come il record storico raggiunto nel 2008 (148 dollari), i tassi di cambio valutano che il prezzo alla pompa è al livello più alto mai raggiunto in alcuni Paesi.
Dall’inizio della guerra in Ucraina, infatti, i prezzi del petrolio sono oscillati in maniera estrema, fino ad avvicinarsi ai 140 dollari al barile, mettendo a rischio la ripresa economica globale, in particolar modo europea, che è ancora debole per via degli effetti della pandemia di Covid-19 e della scarsità di forniture di componenti e attrezzature.
In media, si legge nel comunicato dell’IEA, la spesa mensile per i prodotti petroliferi, per i trasporti e il riscaldamento, nel primo biennio del 2022 è aumentata di oltre 40 dollari per famiglia (quasi il 35%) nelle economie avanzate e di quasi 20 dollari per famiglia (oltre il 55%) nelle economie emergenti e in via di sviluppo rispetto all’anno passato.