Continuano le dichiarazioni di impegno da parte dell’Unione europea sul tema centrale per la crescita economica del futuro: la sostenibilità ambientale. in base agli accordi di Parigi del 2015 (COP21) e all’agenda 2030, la Commissione europea ha presentato diversi scenari e tutti evidenziano la necessità di attuare ulteriori misure per assicurare un futuro sostenibile a tutti i cittadini.
Il 30 gennaio scorso, la Commissione ha pubblicato un documento di riflessione sul modo migliore per accelerare la transizione verso la green economy avanzata e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per il 2030: “Lo sviluppo sostenibile ha la sua origine e i suoi limiti nelle persone, il suo fine è rendere la nostra economia e la nostra società sostenibili e prospere allo stesso tempo”, ha dichiarato in una nota Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione europea.
Un cammino virtuoso che “ci consente di difendere il nostro modo di vivere e di migliorare le prospettive di benessere dei nostri figli e nipoti per quanto riguarda la parità, un ambiente naturale sano e un’economia prospera, verde e inclusiva. Il nostro compito consiste nel salvaguardare il nostro pianeta a vantaggio di tutti. L’Europa può e deve fare da guida lungo questo cammino”.
Secondo uno studio Eurostat dal titolo “Environmental economy – statistics on employment and growth”, la ricchezza prodotta dalla green economy nei Paesi membri dell’Ue è passata da 135 a 290 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, con un’incidenza sul prodotto interno lordo (PIL) europeo che, nello stesso periodo, è cresciuta dall’1,4% al 2,1%.
In termini di fatturato, sempre secondo l’indagine Eurostat del 2018 e sempre negli ultimi 15 anni, l’economia verde è cresciuta in maniera esponenziale, sfiorando i 700 miliardi euro di fatturato, mentre a livello occupazione, i green jobs ormai sono passati da 1,4 milioni a 4,1 milioni di persone in tutta Europa.
“La sostenibilità è nel DNA europeo. Si tratta di fare in modo che le generazioni future godano di opportunità pari alle nostre o anche migliori, nel rispetto delle limitate risorse del nostro pianeta. Il piano di investimenti per l’Europa contribuisce a coinvolgere il settore privato e il piano d’azione per una finanza sostenibile facilita la creazione di un nuovo mercato per gli investimenti sostenibili”, ha sostenuto Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività. “Modernizzando le nostre società in modo inclusivo, integrando pienamente l’economia circolare e sfruttando i vantaggi delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, possiamo perseguire la neutralità climatica e consegnare ai nostri figli un pianeta in condizioni migliori”.
Tornando al documento presentato dalla Commissione, tre scenari gli scenari individuati per stimolare la discussione su come dare seguito agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) all’interno dell’Unione:
- una strategia generale dell’UE relativa agli OSS per orientare le azioni dell’Ue e degli Stati membri;
- un’integrazione continua degli OSS da parte della Commissione in tutte le pertinenti politiche dell’Ue, ma senza imporre misure agli Stati membri;
- puntare di più sull’azione esterna, consolidando al contempo il principio della sostenibilità a livello dell’UE.
L’Unione deve in sostanza affrontare la sfida globale della green economy, anche in chiave di lotta ai cambiamenti climatici e di decarbonizzazione del sistema, col fine di porsi a guida della transizione: “la transizione verso la sostenibilità comprende il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, la correzione degli squilibri nel nostro sistema alimentare, l’energia del futuro, gli edifici e la mobilità”.
Il documento illustra inoltre i modi per garantire che questa transizione sia equa e non lasci indietro niente e nessuno, concentrandosi sugli “attivatori orizzontali, che devono essere alla base della transizione verso la sostenibilità”, soffermandosi sui seguenti aspetti: “istruzione, scienza, tecnologia, ricerca e innovazione e digitalizzazione; finanza, fissazione dei prezzi, fiscalità e concorrenza; condotta responsabile, responsabilità sociale delle imprese e nuovi modelli d’impresa; commercio aperto e fondato su regole; governance e coerenza delle politiche a tutti i livelli”.