Presentata alla Camera dei Deputati una interpellanza (N°2-00387) a firma dell’on. Massimiliano Capitanio (Lega-Salvini Premier) e indirizzata al ministro dello Sviluppo Economico, che riapre le polemiche sul Segretario generale di AGCOM.
La carica di segretario generale dell’Agcom è ricoperta, dal 1° aprile 2016 – dichiara l’on. Massimiliano Capitanio – da un soggetto esterno assunto con contratto a tempo determinato, il dottor Riccardo Capecchi, il quale, sulla base di quanto emerge da una ricostruzione tratta da notizie di stampa, sia pure con alcune smentite del diretto interessato, si sarebbe trovato per oltre due anni in una situazione di incompatibilità̀, che a norma di legge è sanzionata con la decadenza. Secondo la stessa ricostruzione – prosegue il parlamentare della Lega – lo stesso sarebbe inoltre sprovvisto dei requisiti previsti ai fini della nomina in questione; in particolare, per quanto riguarda la causa di decadenza dall’impiego, risulta da visure effettuate presso la competente Camera di commercio di Brescia – come emerge sempre da fonti di stampa – che il dottor Capecchi avrebbe ricoperto dal 20 ottobre 2014 fino al 31 agosto 2018 la carica di presidente del comitato direttivo del «Consorzio Drive – Consorzio per la diffusione della Ricarica dei Veicoli Elettrici». Ciò̀ configurerebbe – aggiunge l’on. Capitanio – una palese violazione dell’articolo 2, comma 31 della legge n. 481 del 1995, secondo cui «Il personale dipendente anche in forza di contratto a tempo determinato presso le autorità̀ non può̀ assumere altro impiego o incarico né esercitare altra attività̀ professionale, anche se a carattere occasionale».
La stessa norma – si legge nell’interpellanza – stabilisce che la violazione del divieto costituisce causa di decadenza dall’impiego ed è altresì̀ punita con una sanzione amministrativa pecuniaria; per quanto riguarda la mancanza dei requisiti previsti ai fini della nomina, l’articolo 9, comma 3, del regolamento di organizzazione e funzionamento dell’AGCOM stabilisce che il segretario generale sia scelto tra persone «che abbiano ricoperto incarichi di direzione di strutture di primo livello dell’Autorità ovvero abbiano svolto per almeno otto anni le funzioni di magistrato ordinario, amministrativo o contabile, avvocato dello Stato, consigliere parlamentare, dirigente della prima fascia dei ruoli delle amministrazioni pubbliche, professore universitario di ruolo, alto dirigente di imprese e organismi pubblici o privati».
Appare evidente all’interpellante che le parole «alto dirigente di imprese e organismi pubblici o privati» debbano essere interpretate “…alla luce dei requisiti necessari per i dirigenti della stessa AGCOM e per gli altri dirigenti pubblici e che, pertanto, fra coloro che provengono dal settore privato debbano essere considerati alti dirigenti solo i dirigenti di primo livello, collocati immediatamente al di sotto del vertice della struttura. In base a notizie di stampa, sembra che sul punto siano insorti contrasti all’interno del consiglio dell’ACOM e che sia stato deciso di chiedere un parere al Consiglio di Stato; in tale contesto, prosegue l’interpellanza, assumerebbe rilievo decisivo la circostanza – desunta sempre da fonti di stampa e da ulteriori ricerche condotte in rete – che il dottor Capecchi era inquadrato, nell’ambito di Poste Italiane, in strutture dirette da altri dirigenti e fosse pertanto un dirigente non di primo livello, ma di livello intermedio. Ove ciò̀ fosse confermato, non si potrebbe di conseguenza computare il servizio da lui prestato in Poste Italiane, e dunque risulterebbe la mancanza, all’atto dell’assunzione dell’incarico in questione presso l’Agcom, del requisito degli otto anni di alta dirigenza richiesto dalla disciplina sopra citata.
Quale la conclusione?
Date le premesse, l’interpellanza chiede “…di quali elementi disponga il Governo e se non intenda adottare ogni iniziativa di competenza, anche di natura normativa, per definire in maniera inequivoca efficaci strumenti di controllo al fine di dirimere con la necessaria tempestività̀ problematiche quali quella descritta in premessa, anche al fine dell’eventuale sottoposizione della questione alla Corte dei conti, per i profili di competenza”.
Qui parte l’affondo del parlamentare della Lega: “…appare quindi plausibile il rischio che, conseguentemente all’attribuzione al dottor Capecchi della carica di segretario generale dell’Agcom e alla sua permanenza nella carica stessa anche dopo l’emergere delle circostanze sopra richiamate, si configuri una fattispecie di danno erariale”.
Seguito immediatamente dopo dall’esplicitazione della principale preoccupazione politica di Massimiliano Capitanio: “…al di là dei dovuti accertamenti relativi ai singoli aspetti del caso concreto, a parere dell’interpellante desta forti perplessità̀ il fatto stesso che, come dimostrato dalla ricostruzione poc’anzi richiamata, autorità indipendenti possano esporsi quantomeno al dubbio che il relativo funzionamento e gli incarichi dalle stesse conferiti non siano improntati a criteri della massima trasparenza e del pieno rispetto dei requisiti di legge;
L’interpellanza dell’on. Capitanio rappresenta una ulteriore espressione di riserve sulla operatività di una funzione così delicata all’interno dell’AGCOM come quella della figura del Segretario Generale, che risulta essere da alcune settimane sotto l’attenzione di media e opinione pubblica per differenti profili e posizioni pregresse.
Da parte nostra, siamo certi che il segretario generale di AGCOM sia nella condizione di far valere le sue ragioni in tutte le sedi competenti.