L’intera offerta di Mediaset Premium piratata e diffusa online illegalmente. Questo l’illecito riconosciuto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) a seguito della denuncia dell’azienda presentata lo scorso 10 ottobre.
Due i provvedimenti decisi durante la seduta odierna con il blocco dell’accesso ai server pirata. Come illustrato nel comunicato dell’Autorità, le Iptv in questione “distribuiscono il segnale video agli utenti che, dietro il pagamento di cifre sensibilmente inferiori rispetto agli abbonamenti legali, vengono abilitati alla visione di numerosi canali a pagamento su tutti i principali dispositivi”.
Con Iptv (Internet Protocol Television), si intende un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche, basate sui protocolli TCP/IP, come nel caso di internet.
Grazie anche alla complicità dei motori di ricerca (spesso come contenuti sponsorizzati dagli stessi), tra cui ovviamente Google, tali siti pirata risultano anche ben visibili, perché posizionati nelle parti alte delle ricerche.
Per aumentare la visibilità dei link pirata e l’accesso ai contenuti diffusi illegalmente, le Iptv pirata utilizzano in maniera illecita anche “immagini e loghi delle emittenti che diffondono lecitamente i propri contenuti a pagamento”.
Un tema questo su cui la FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, si impegna da tempo proprio per combattere la pirateria audiovisiva in tutte le sue forme, in maniera particolare la pirateria online: “Bene blocchi AGCOM sulle IPTV illegali”, ha detto a Key4biz Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV. “Il lavoro puntuale e prezioso svolto dall’Autorità continua a dimostrarsi determinante per un efficace contrasto alla pirateria online”.
Quello delle IPTV illegali, ha commento il Segretario Generale FAPAV, “è un fenomeno che desta particolare preoccupazione sotto vari punti di vista. Innanzitutto queste IPTV offrono, a pagamento, un vero e proprio servizio completo che comprende l’intera offerta delle emittenti. Il servizio illecito proposto è così ben realizzato, e semplice da utilizzare, da confondere spesso l’utente sulla sua liceità o meno”.
Un ulteriore aspetto, “non più accettabile”, ha precisato Bagnoli Rossi riferendosi al problema dell’indicizzazione dei link illeciti, “è che questi siti compaiano spesso tra i primi risultati dei motori di ricerca, a volte ancora prima dell’offerta reale, e sotto forma di contenuti sponsorizzati. Il danno economico causato da questi portali è in crescita e le stesse operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine hanno rivelato come essi siano gestiti da vere e proprie organizzazioni criminali”.
Un fatto, questo dei loghi e della massima visibilità nelle ricerche online, che potrebbe trarre in inganno gli utenti. Secondo l’Agcom, “questi elementi portano gli utenti a ritenere di fruire di un servizio legale. Si tratta dunque di una forma di pirateria particolarmente dannosa sia per il valore e la quantità dei contenuti distribuiti illegalmente, sia per la facilità di fruizione che induce in inganno il consumatore finale”.
L’intervento odierno, si legge nella nota dell’Autorità, va inquadrato nell’ottica di un’azione generale tesa a tutelare il diritto d’autore nel nostro Paese e a contrastare “in tempi rapidi e certi” le forme di distribuzione illegale di contenuti online.
Secondo le più recenti stime, il solo sistema Iptv in Italia, che conta 2 milioni di fruitori, genera perdite per oltre 300 milioni di euro e ricadute negative sull’intero campo del tv entertainment, mentre stando all’ultima indagine FAPAV/Ipsos la pirateria audiovisiva, in generale, crea all’Italia un danno economico di 1,2 miliardi di euro.