Aumento canone TV e pubblicità sulla RAI, il caso DAZN e delle altre piattaforme malfunzionanti, tanta carne al fuoco per la commissione di vigilanza RAI e nel corso di una delle ultime riunioni il senatore Alberto Airola (M5S), membro della Commissione Parlamentare di Vigilanza sui servizi televisivi, ha puntato il dito sulla riorganizzazione interna dell’AGCOM in vigore da alcune settimane.
Key4biz. Senatore, una ripresa dei lavori della Commissione molto impegnativo sbaglio?
Alberto Airola. Decisamente impegnativa e tutti i temi, oltre al Parlamento, coinvolgono inevitabilmente sempre gli stessi attori RAI, OTT, Mediaset e la qualità dei loro servizi da una parte e AGCOM dall’altra. Per questo ritengo essenziale che AGCOM nella sua gestione sia efficiente e guidata in modo autorevole e privo di ombre, soprattutto dopo la stagione fallimentare della precedente consiliatura con presidente Angelo Cardani terminata perfino con una sanzione “politica” alla RAI, poi severamente censurata e annullata dal TAR.
Key4biz. Prima dell’insediamento della nuova AGCOM, proprio su questa testata aveva chiesto a gran voce un cambio di passo organizzativo, maggiore trasparenza, indipendenza e zero conflitti di interesse. È ormai passato un anno, come sta andando la nuova consiliatura a suo modo di vedere?
Alberto Airola. Sembrava impossibile fare peggio della precedente a guida Cardani, ma i partiti e i commissari da loro nominati ce la stanno davvero mettendo tutta per non farlo sfigurare nel confronto. Purtroppo anche nel nuovo consiglio, il M5S non ha saputo incidere né affermare principi di buona amministrazione. Certo il movimento ha espresso un consigliere, Elisa Giomi. Ma è completamente isolata. Inoltre, nonostante tutto quello che ho denunciato accadesse in AGCOM, non mi risulta abbia mai fatto nulla.
Key4biz. Eppure aveva chiesto di far turnare i dirigenti e bisogna riconoscere che almeno questo è stato fatto. Non accadeva dalla nascita di AGCOM, da più di 20 anni fa. Possibile che il presidente Lasorella, nominato con il benestare di Di Maio, non sia riuscito a voltare pagina rispetto alla gestione Cardani?
Alberto Airola. La turnazione dei dirigenti è stata una pura operazione di facciata, direi tra “Il Gattopardo” e il “Don Abbondio”, neanche meritocratica. Il Presidente Lasorella mi pare sia ostaggio della vecchia guardia dei Direttori dell’Autorità, nonostante alcuni provvedimenti amministrativi e alcuni articoli di stampa ne indicassero precise responsabilità (per esempio la delibera n. 48/21/Cons, la sentenza del TAR sulla sanzione RAI o l’ attivismo politico pubblico di alcuni dirigenti rispetto all’impiego teoricamente indipendente e il fallimento pilotato del divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo) sono ancora tutti lì, nessun retrocesso, solo uno scambio di poltrone e un cambiamento di denominazione di alcune Direzioni per far sembrare che tutto è cambiato e invece tutto è rimasto quasi uguale, come la struttura organizzativa “a gruviera”. Pensi che ci sono ancora 12 uffici privi di dirigente, compreso l’ufficio stampa, nonché la Direzione Tutela dei consumatori. È quasi lo stesso numero di vuoti lasciato da Cardani, e con gli stessi dirigenti di prima a capo degli altri uffici esistenti, compreso quello che avevo citato nella precedente intervista, l’unico incollato a Napoli sulla stessa poltrona dal 2009, sul cui operato pende perfino un ricorso del Codacons sulle nomine del Consiglio Utenti.
Ma l’inaccettabile ciliegina di questa inutile giostra è un’altra, sulla quale intendo andare fino in fondo.
Key4biz. Quale?
Alberto Airola. Proprio a proposito della commistione della RAI con la politica, il tema che sicuramente mi contrappone più di tutti con il Presidente Giacomo Lasorella, oltre alla sua inutile inerzia, è la scelta moralmente inaccettabile di far arrivare proprio dalla RAI, come suo capo di Gabinetto il caporedattore RAI Giorgio Giovannetti. Pur essendo ancora un dipendente RAI (in aspettativa), si trova in AGCOM ad occuparsi dei fascicoli più scottanti e ad avere notizie riservate sui suoi colleghi e sui concorrenti della RAI, come quelle appunto su DAZN, Amazon e Mediaset, tanto da accompagnare perfino il Presidente a parlare della scarsa qualità dei servizi sportivi in streaming degli OTT o sul tema della governance della RAI alla mia Commissione di vigilanza. Ancor più grave, a mio giudizio, è il fatto che questo dipendente RAI abbia partecipato attivamente a definire la nuova organizzazione dell’AGCOM, contribuendo alla scelta dei Dirigenti da proporre a capo delle Direzioni e degli Uffici, perfino quelli che hanno dirette competenze nel mercato televisivo e che quindi gestiscono i procedimenti sanzionatori e di indagine sia sulla RAI che sui suoi concorrenti. A questo proposito, per me è singolare che la più recente delle sanzioni alla RAI, irrogata dalla gestione del pessimo Presidente Cardani, dopo essere stata annullata dal TAR, sia stata riformulata in mera diffida dalla gestione del Presidente Giacomo Lasorella e del suo capo di Gabinetto.
Key4biz. E lei come intende muoversi?
Alberto Airola. Ho già fatto alcuni accessi agli atti sia in AGCOM che in RAI e ho scoperto che non mi sono state date ancora tutte le carte dovute. Proprio per questo sto predisponendo con tutta la squadra di supporto alla Commissione di Vigilanza, un corposo esposto non solo per far avviare un procedimento analogo a quello che portò a sanzionare proprio la RAI e lo stesso Meocci, ma anche il segretario generale dell’AGCOM che evidentemente non conosce neanche la legge sulla trasparenza amministrativa. In tutto questo poi, come se non bastasse, ho scoperto che nonostante lo smartworking imperante in tutta Italia, si sta pensando di spendere decine di milioni per acquistare una sede che probabilmente resterà mezza vuota.
Key4biz. Mi pare di capire quindi che non nutra grandi speranze per gli utenti del calcio di arrivare a vedere presto una partita senza interruzioni. Mi pare che lei stia denunciando deficit significativi proprio della struttura che dovrebbe vigilare…
Alberto Airola. Difficile pensare che chi non è riuscito ad incidere e a rendere più indipendenti ed efficienti le strutture dell’Autorità, sia in grado di garantirci che sul caso dello sport in streaming di DAZN saremo realmente tutelati dopo 8 giornate di campionato, anche importanti, viste e non viste nelle fasi più importanti, come il gol del Napoli contro la Juve che paradossalmente proprio molti dipendenti della sede di Napoli di AGCOM non avranno potuto vedere. Insomma, chi è causa del suo mal (vigilare), pianga sé stesso.
Key4biz. E allora cosa fare?
Alberto Airola. Credo che in Parlamento saremo presto chiamati ad una riforma oltre che della RAI anche dei poteri, dell’organizzazione e della gestione delle autorità indipendenti ed in particolare di AGCOM.