genitori e figli

Adolescenti e genitori, gli adulti devono essere uniti nell’educazione digitale

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Nel villaggio globale siamo tutti una grande famiglia e come tale dovremmo agire in termini di coerenza ed esempio virtuoso sempre uniformati su linee di conduzione esemplari, che reggano lo scontro del rimbalzo provocatorio adolescenziale.

Per educare devi dare il buon esempio, lo dicevano le nostre nonne, e oggi questo monito educativo si impatta con maggiore significatività nell’unione e nella condivisione mediatica in cui il segno lascia traccia indelebile, riferimento costante e onnipresente.

Se sgrido mio figlio adolescente perché ha pubblicato foto poco opportune sul suo profilo Instagram devo assicurarmi che anche io non abbia fatto la stessa cosa sul mio profilo WhatsApp e lo stesso vale per il padre, eventuali fratelli maggiori e, non solo. I comportamenti virtuosi di famiglie che cercano di educare responsabilmente e consapevolmente i figli all’utilizzo sano della tecnologia, si trovano oggi nella condizione nuova dell’impatto di un confronto costante con agiti comportamentali di altri adulti, altre famiglie che rappresentano, o mettono a dura prova, il versante virtuoso del buon esempio nel villaggio globale.

L’uniformità nell’educazione digitale

Nell’era degli specchi, dei selfie, della scannerizzazione costante dei momenti di vita reale anche il genere adulto di riferimento viene osservato, a volte spiato, nei rimandi comportamentali del nuovo linguaggio digitale che attiva tramite l’immagine, i video, la postura del corpo i nostri neuroni specchio. Rimandi su rimandi, che sotto la spinta di cariche di dopamina attivate dal compiacimento interno dei like e delle visualizzazioni, aumentano il nostro desiderio di emulare l’altro, se l’altro è un importante influencer o il nostro amico che ha ottenuto in breve tempo tanti follower. Se l’altro è il nostro adulto di riferimento, l’emulazione cede il passo al giudizio e nel momento in cui si rilevano errori di condotta, nel nuovo e sempre più diffuso tu per tu generazionale si perde valore di guida e modello direttivo e si amplifica il divario comunicativo tra giovani e adulti. La rivoluzione digitale, nei vari processi trasformativi ha generato da una parte un nuovo modo di essere famiglia e dall’altra un costante riferimento al monitoraggio del comportamento adulto che dovrebbe rimanere coerente nel suo processo educativo formativo.

Ci si guarda, ci si segue sui social e il raggio d’osservazione, come tutte le osservazioni risente del suo perché intrinseco sul cosa osservare. Osservo dove sei, con chi sei, cosa fai ma quando lo sguardo è diretto sui protagonisti principali del divario generazionale, adulti e adolescenti, la motivazione dell’osservazione risente inevitabilmente dei diversi punti di vista.

E il punto di vista degli adolescenti sugli adulti è per sua natura ipercritico, in quanto agisce sulla spinta dello svincolo adolescenziale che fa della critica motivo, a volte anche in modo estremo, di deresponsabilizzazione. Se anche te lo hai fatto, o lo fai, perché non posso farlo io? Mamma mi dici di non fotografare tutto e sei te la prima a fermarti per fare selfie carini da pubblicare su Facebook? Non sei stata te per prima a mettere le mie foto da quando ho iniziato a fare i primi passi su Facebook e ora mi scocci perché a farlo sono io?

Educazione digitale e social network

Per non parlare di gruppi di WhatsApp della classe, del calcio, di danza, in cui l’intrattenimento digitale, spesso fa dimenticare il cuore della relazionalità, e spesso nelle chat si leggono conversazioni poco virtuose o condivisioni di scatti di foto, in cui adulti arrivano a criticare gli avversari sportivi dei loro figli, senza tener conto di agire, loro stessi, come quei cyberbulli che tanto dicono di prevenire.

Si digita tanto e si riflette poco oggi. Come se il digitare sia un atto scollegato dal pensiero e sempre orientato ad una pubblicazione e condivisione esterna che traghetta il cogito ergo sum in moderno e poco metabolizzato digito ergo sum.

Nell’educazione digitale, l’esempio virtuoso della famiglia, deve tener conto del confronto con la grande famiglia digitale che popola i commenti nei social, nelle testimonianze di cittadini esemplari, dei politici stessi, di grandi maestri, che con le loro testimonianze, le loro azioni, contribuiscono a strutturare un modello globale di famiglia allargata in cui l’esempio di tutti dovrebbe essere coerente con la saggezza dei grandi.

Nell’alchimia mediatica ogni adulto diventa genitore, esempio virtuoso e non, delle nuove generazioni e contribuisce con il suo fare al futuro della nostra società.

Non dimentichiamo allora che nel villaggio globale siamo tutti una grande famiglia e come tale dovremmo agire in termini di coerenza ed esempio virtuoso sempre uniformati su linee di conduzione esemplari, che reggano lo scontro del rimbalzo provocatorio adolescenziale. 

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