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Acqua, negata a un quarto della popolazione mondiale nel 2025. In Italia c’è il progetto Safo

Oggi più di 1,5 miliardi di persone in tutto il mondo vive in condizioni di scarsità idrica. Circa 600 milioni di loro non ha proprio accesso all’acqua potabile e 2,4 miliardi di esseri umani utilizza acqua considerata ‘poco sicura’.

Ad aggravare il quadro generale, attualmente le Nazioni Unite stimano che circa il 70% delle risorse idriche globali sono destinate prettamente all’uso agricolo e per gli allevamenti di bestiame.

Guardando più avanti le cose non migliorano e anzi aumenta la criticità delle sfide che attendono tre quarti degli uomini e delle donne che vivono su questo pianeta: entro il 2025, 1,9 miliardi di persone vivrà in condizioni di assoluta scarsità di acqua, mentre le esigenze idriche di agricoltori e allevatori aumenteranno del 15% rispetto ad oggi.

Onde evitare che questo scenario si realizzi o eventualmente peggiori (come stimato da molte altre organizzazioni internazionali), il nuovo Rapporto pubblicato da The Economist Intelligence Unit, “Water security threats demand new collaborations: Lessons from the Mekong River Basin”, illustra le possibili strade da percorrere per evitare fenomeni drammatici come scarsità e pessima qualità delle risorse idriche, nonché l’esclusione da esse.

Collaborare, cooperare e introdurre nuovi sistemi di gestione intelligente, sicura e sostenibile delle risorse idriche (smart & digital water systems) potrebbe essere un buon punto di partenza, secondo i ricercatori. Si tratta di tecnologie per la smart city, per l’ottimizzazione delle risorse naturali ed energetiche, per la sicurezza delle infrastrutture, non solo nei Paesi più poveri ed emergenti, ma anche per alcune regioni tra le più avanzate al mondo.

In Italia, alle prese con una siccità ormai critica, soprattutto per le regioni del Nord (qui il deficit ha raggiunto i 200 mm) e dell’alto versante tirrenico (a dicembre 2016, addirittura, è caduto il 67% di acqua in meno in tutto il Paese), con un calo delle precipitazioni negli ultimi mesi del 53% e una temperatura di 2,5 gradi al di sopra della media, è stato presentato dal Gruppo Cap il progetto SAFO (Service Assurance & Front-Office Transformation).

Puntare all’eccellenza nel servizio idrico significa oggi saper rispondere velocemente e in modo puntuale alle esigenze dei clienti – ha dichiarato Michele Tessera, direttore IT Gruppo CAP – la costante analisi dei dati e dei bisogni dei nostri clienti ci consentirà di migliorare i processi interni, progettare nuovi servizi ed essere al fianco dei cittadini, con l’obiettivo di garantire al meglio il servizio idrico per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Grazie alla partnership con Deloitte Digital e Salesforce Service Cloud, SAFO garantirà per la Città metropolitana di Milano un servizio sempre più efficiente e vicino al cittadino, con risposte più rapide e precise, in un’ottica di continuo miglioramento.

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