Secondo una nuova ricerca di Accenture con l’entrata in vigore della direttiva rivista sui servizi di pagamento, nota come PSD2, i commercianti potrebbero diventare i nuovi player dell’operatività finanziaria quotidiana.
La PSD2 impone alle banche di concedere a fornitori esterni – come i commercianti al dettaglio (ma anche i grossi player del web, i cosiddetti GAFA) – l’accesso al conto e ai servizi di pagamento online di un consumatore, secondo modalità regolamentate e sicure, previo consenso dello stesso. L’obiettivo è stimolare maggiori livelli di concorrenza, innovazione e trasparenza sul mercato dei pagamenti europeo, rafforzando al contempo la sicurezza dei pagamenti via internet e dell’accesso ai conti.
Nell’ambito della ricerca, Accenture ha intervistato circa 80 executive responsabili dei servizi di pagamento presso grandi società di vendita al dettaglio e banche di tutta Europa, per capire come recepiranno la nuova normativa. L’indagine ha messo in luce che, entro la scadenza di gennaio 2018, quando la PSD2 imporrà alle banche di consentire l’accesso a fornitori esterni, quasi un terzo dei retailer coinvolti nello studio sarà in grado di collegarsi direttamente alle banche per acquisire le informazioni relative ai clienti e gestire disposizioni di pagamento, mentre circa il 90% sarà in grado di farlo entro il 2019.
L’apertura delle reti delle banche a soggetti terzi non bancari, nota con il nome di ‘open banking’, consentirà ai consumatori di trasferire fondi, confrontare prodotti e gestire i propri conti al di fuori dell’ambiente bancario. Se da un lato l’open banking aiuterà le banche a raggiungere nuovi clienti consentendo loro di offrire prodotti finanziari plug-and-play attraverso soggetti terzi, come i retailer e le società che si occupano di tecnologie finanziarie (fintech), dall’altro offrirà ai retailer l’opportunità di accettare pagamenti direttamente dall’istituto finanziario del cliente senza necessità di un intermediario, garantendo loro anche l’accesso ai dati finanziari del consumatore, se quest’ultimo acconsente alla condivisione di tali informazioni.
L’open banking rappresenta per i retailer l’opportunità di offrire una customer experience migliore grazie alla flessibilità nelle disposizioni di pagamento e a procedure di rimborso più rapide. Consentirà inoltre di aumentare i flussi di cassa evitando i circuiti e le commissioni delle carte e riducendo le frodi e i chargeback. I retailer potranno stabilire se ottenere un valore significativo creando il proprio servizio di pagamento, come una app per gli acquisti che combini commercio e pagamenti, o se preferiscono collaborare con un intermediario che possa creare un servizio universale collegato alle banche per continuare a garantire processi di pagamenti fluidi in questo nuovo ambiente.
L’open banking consentirà agli esercenti e alle banche di collaborare direttamente, senza bisogno di intermediari come i gateway o merchant acquirer. I retailer potranno accedere ai dati dei clienti forniti dalle banche in un contesto sicuro e controllato attraverso, per esempio, le interfacce di programmazione di un’applicazione (API). Mentre le API consentirebbero ai retailer di ridurre o eliminare le commissioni per le transazioni con le carte, offrirebbero alle banche la possibilità di proporre servizi aggiuntivi, come prestiti presso il punto vendita o la verifica dell’identità, direttamente attraverso soggetti terzi.
I retailer coinvolti nello studio hanno dichiarato che intendono utilizzare le API tra l’altro per:
- avere accesso alle informazioni finanziarie dei clienti, in modo da poter personalizzare i propri prodotti (74% dei retailer intervistati)
- gestire le disposizioni di pagamento direttamente con le banche per negoziare tariffe più vantaggiose per le transazioni (53%)
- ridurre le frodi (53%)
- generare offerte rilevanti presso i punti vendita e sconti basati sulle abitudini di acquisto dei consumatori (51%).
I retailer prevedono inoltre che l’open banking promuoverà in modo significativo l’innovazione in-store. Le API che gli esercenti hanno citato più frequentemente tra quelle che intendono integrare nei canali già attivi presso i propri punti vendita — e che consentiranno ai consumatori di accedere direttamente alle informazioni fornite dai retailer — sono la visualizzazione del saldo del conto corrente (menzionato dal 67% dei rispondenti), la disposizione dell’ordine di pagamento (63%) e la lista dei movimenti sul conto bancario (60%).
La normativa europea è finalizzata a incrementare la concorrenza verso le banche tradizionali da parte delle società fintech e dei retailer, offrendo pertanto maggiori possibilità di scelta ai consumatori. Il grande interrogativo è se i consumatori saranno disponibili a condividere una parte dei propri dati finanziari con società esterne, eventualità rispetto alla quale hanno tipicamente dimostrato una certa riluttanza per motivi di privacy e sicurezza. Tuttavia, se i retailer utilizzeranno i propri programmi fedeltà per incentivare i clienti a disporre i pagamenti direttamente attraverso i propri canali di vendita, la prima conseguenza che le banche probabilmente percepiranno sarà il calo delle operazioni con le carte di debito.
Al contempo, se gli esercenti intendono veramente rilanciare l’esperienza dei consumatori in-store, dovranno aggiungere opzioni innovative, come consentire ai clienti di pagare automaticamente mentre escono dal negozio utilizzando l’autenticazione biometrica.