Ora tutti parlano di “terzo polo”.
Ci hanno persino provato, cautamente, in occasione della elezione del Presidente della repubblica.
L’impressione era che gli aspiranti leader fossero più numerosi dei loro potenziali elettori.
Vari tentativi erano in fase sperimentale ma la fine repentina della legislatura ha rinviato ogni proposito.
Una legislatura che nacque già “emergenziale”, giocata su una trovata quasi disperata: l’antipolitica dei 5 Stelle che loro stessi banalizzavano nello slogan: né di destra, né di sinistra.
Infatti hanno guidato un governo di destra e uno di sinistra.
E conclusasi con il governo di salvezza nazionale guidato da Mario Draghi e la sua agenda (ormai più iconica del libretto rosso di Mao).
Che prospettive per Calenda-Renzi?
Che prospettive ha l’improvvisato duo Carlo Calenda–Matteo Renzi? Essi hanno un’unica arma: l’eredità di Draghi e il loro apparire tecnocratici (in realtà Matteo Renzi è uno scafatissimo iperpolitico).
Ritengo la parola “tecnocrazia” una parola bellissima ma credo di essere l’unico in Italia.
Significa che si studiano in continuazione i problemi e si confrontano le soluzioni possibili.
Si guarda anche come hanno risolto gli altri (che non sono per definizione più stupidi degli Italiani, meno furbi magari sì).
Prima di promettere la felicità si tiene conto delle compatibilità economiche. Non si pensa solo al presente ma si tenta di prevedere anche il futuro.
Il popolo di Draghi
Credo che il popolo di Draghi esista davvero ma che faccia parte di quelli che non vanno a votare. E il modo in cui quasi tutti i partiti hanno scaricato il premier, senza una parola di ringraziamento, può rafforzare la decisione.
Per ISS (“Italia sul serio”) lo spazio politico è enorme, quello elettorale molto minore.
I moderati di destra, i liberali non hanno più riferimenti nel vecchio schieramento ma possono essere attratti dalla preannunciata vittoria “epocale” della destra (non si sa perché la inconcludente discesa in campo di Silvio Berlusconi – durata vent’anni – non conta).
Mentre per i moderati di sinistra, i riformisti illuministi, c’è la concorrenza del PD che – nei contenuti – si piazza più al centro che a sinistra.
Le caratteristiche della coppia
La coppia Calenda-Renzi. Due persone intelligenti e moderne, più pragmatici che ideologici, poco propensi a condividere il palcoscenico con altri.
Hanno una fortissima attitudine alla permalosità, alla insofferenza, alla vanità (come quasi tutti i politici anzi – pensandoci – tutti).
È già capitato ad entrambi che per smania di protagonismo, per improvvisazione, per impazienza abbiano ottenuto di distruggere unilateralmente quanto di buono stavano creando.
Qualcuno sostiene che solo uno psicanalista possa fare previsioni fondate sul loro futuro.
È certo invece che se saranno, non saranno dei banali centristi, dediti al compromesso, al rinvio, alla mediazione.
È vero che sono due “piacioni” che si fingono più scomodi e spigolosi di quanto siano ma all’occorrenza il loro ego ipertrofico può farli diventare temerari.
Nessuno si aspetti un partito accomodante (se superano il quorum).
Per tradizione pensiamo che il radicalismo sia di sinistra o di destra.
Credo invece che sarebbe ora di conoscere una radicalità di centro, ovvero che chi fa il proprio dovere “fino in fondo” e senza protezioni non venga più danneggiato dalla complicità dei partiti con le corporazioni, le categorie, gli interessi organizzati. Perché gli sconti, i privilegi, le scorciatoie dei “protetti” si traducano in più tasse per la maggioranza silenziosa.
Che siano tassisti, baby pensionati, stabilimenti balneari, falsi redditi di cittadinanza, abusivi di ogni razza, bisognerebbe smettere di assistere rassegnati alle leggi mancia per gli altri nella speranza che prima o poi arrivi quella a nostro favore.
Chi resiste alle lobbies perde i voti delle medesime ma guadagna quelli di tutti gli altri.