“Abbiamo in programma di avviare una indagine conoscitiva ad ampio raggio delle applicazioni di IA generativa e di apprendimento automatico disponibili online, perché vogliamo capire se questi nuovi strumenti si stiano rendendo conformi alla normativa sulla protezione dei dati, e se necessario faremo partire nuove istruttorie”.
Lo ha annunciato ieri a Reuters Agostino Ghiglia, uno dei quattro membri del collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali. L’autorità punta dunque ad avviare un’indagine conoscitiva ad ampio spettro su altre piattaforme d’intelligenza artificiale che potrebbero dare origine a nuove istruttorie e provvedimenti restrittivi dopo il blocco temporaneo di ChatGPT.
Il componente ha annunciato inoltre che a breve l’autorità lancerà un bando per arruolare tre esperti di intelligenza artificiale che aiuteranno il Garante nel proprio lavoro. “Stiamo cercando tre consulenti esperti di intelligenza artificiale perché siamo consapevoli che questi strumenti si evolvono molto rapidamente e abbiamo bisogno di esperti con un background tecnologico affinché ci aiutino nella nostra attività di protezione dei dati”, ha affermato Ghiglia.
Il Garante Privacy prima autorità al mondo a bloccare ChatGPT
Lo scorso marzo il Garante ha temporaneamente bloccato l’uso di ChatGPT, il chatbot di OpenAI, avviando un’indagine sulla presunta violazione delle norme sulla privacy da parte dell’applicazione.
Secondo l’Autorità, ChatGPT non rispettava alcune norme del GDPR, in particolare di quelle che tutelano i minorenni e concedono agli individui il diritto di opporsi all’uso dei propri dati personali e di chiederne l’eliminazione.
Dopo l’intervento del Garante, OpenAI ha apportato modifiche al suo chatbot perché ritornasse conforme alla normativa. Una riapertura con riserva, in attesa che un nuovo sistema di age verification affidabile venga messo a punto nelle prossime settimane. Ad ogni modo, un prima fase di aggiustamenti da parte della piattaforma si è chiusa entro il 30 aprile, mentre la seconda fase è fissata entro il 30 settembre. Per allora, quindi, anche il tema della age verification sarà affrontato. Nel frattempo basterà autocertificare la maggiore età con un semplice click.
IA: servono regole, ma ci vorrà ancora tempo
Il successo di ChatGPT ha spinto le Big Tech, da Alphabet a Meta, a promuovere le proprie versioni, e i legislatori e i governi di tutto il mondo stanno discutendo nuove leggi in materia, la cui attuazione potrebbe richiedere anni. Al momento le autorità di regolamentazione si stanno affidando alle leggi esistenti per tenere sotto controllo una tecnologia che potrebbe stravolgere il modo di operare di società e le imprese.
L’Unione Europea è intanto a lavoro nel mettere in atto una legislazione storica e la prima al mondo sul governare l’intelligenza artificiale. Con specifici casi in cui vietare l’IA. L’11 maggio è stato dato il via libera – con 84 voti a favore, 7 contrari e 12 astensioni – dalle commissioni per il Mercato interno (Libe) e Giustizia (Libe) del Parlamento Ue al mandato negoziale sul regolamento sull’Intelligenza artificiale, il cosiddetto Artificial Intelligence Act, proposto dalla Commissione Ue ad aprile 2021. Prima che possano iniziare i negoziati con il Consiglio Ue sulla forma finale della legge, il mandato negoziale deve ora essere approvato dall’intero Parlamento, con il voto previsto durante la sessione del 12-15 giugno. Mentre l’approvazione finale del Regolamento è prevista per i primi mesi del 2024, ma la sua piena applicazione in tutti gli Stati dell’Ue richiederà tempo.