Italia
di Flavio Fabbri
L’edilizia, come molti altri settori economici ed industriali italiani, ha subito il persistere della crisi e per ripartire necessita di una nuova spinta: tecnologica, progettuale, regolatoria, amministrativa. Quest’anno il Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia, anche conosciuto con l’acronimo di SAIE, compie 50 anni di vita e tra le linee d’indirizzo della manifestazione ci sono senz’altro l’innovazione, la semplificazione e le città intelligenti.
Emissioni zero, efficienza energetica, sostenibilità ambientale e trattamento intelligente dei rifiuti saranno i punti in agenda per l’edilizia del futuro e per la prossima edizione di SAIE – Built Environment Exhibition, che si svolgerà a Bologna dal 22 al 25 ottobre. La presentazione della nuova edizione dello storico Salone è avvenuta a Roma, a Montecitorio, nella Sala dedicata ad Aldo Moro, alla presenza di rappresentanti del Governo, dell’Anci, delle categorie dei costruttori, degli architetti e degli ingegneri.
“Il 50° SAIE sarà anche dedicato alle smart city, dando vita ad un network organizzativo e lavorativo molto più grande, in cui ci sono anche la Smart City Exhibition di Bologna, Accadueo, Saie3, Ambiente Lavoro ed Expotunnel“, ha spiegato Duccio Campagnoli, Presidente Bologna Fiere, nel suo discorso introduttivo. “E’ la platea giusta per annunciare il nuovo corso del Paese. Tutti, Governo ed Istituzioni compresi, dobbiamo sostenere questo nuovo percorso di crescita in Europa. Nel 2012 c’è stato il terribile sisma che ha colpito l’Emilia e il salone SAIE, oltre la crisi, ha dovuto affrontare anche le conseguenze catastrofiche di questo drammatico evento, ponendo le basi, con i Comuni e la Regione, i cittadini e le imprese sul territorio, per la ripartenza e il rilancio dello crescita“.
In occasione del convegno di presentazione del 50° Salone internazionale dell’industrializzazione edilizia è stato inoltre annunciato il nuovo Comitato di indirizzo di SAIE e SMART CITY EXHIBITION 2014, coordinato dal senatore Walter Vitali.
È nelle città che, secondo Carlo Mochi Sismondi, Presidente Forum PA, “nasce la democrazia, si pongono le basi per lo sviluppo sostenibile e soprattutto si produce PIL attraverso i servizi, le industrie e la manifattura“. Allo stesso tempo è la città che inquina e consuma di più, con il diffondersi dell’emarginazione e l’evidenza di una devastazione ambientale che sembra non si possa arrestare.
“ForumPA e SAIE vogliono focalizzare il progresso urbano sulla governance, lavorando su un panorama urbano a 360°, con al centro l’inclusione, la partecipazione cittadina e una più alta qualità della vita – ha specificato Mochi Sismondi – I fattori più significativi che dovranno trovar posto nelle nuove politiche urbane, sono: Internet delle Cose, soluzioni Machine to Machine, tecnologie digitali, infrastrutture per la banda ultra larga, i servizi ai cittadini, un rapporto diretto e trasparente tra questi e le amministrazioni territoriali“.
Grande attenzione, infatti, sarà rivolta alle possibilità delle interconnessioni crescenti e all’emergere di un nuovo rapporto tra amministrazione e cittadinanza. La città deve essere immaginata e costruita da entrambi i soggetti, con il contributo del tessuto delle aziende: “SAIE – ha ribadito il presidente di Forum PA – è una grande occasione di incontro tra club degli innovatori, rappresentanti delle categorie di settore, decisori pubblici ed istituzionali per condividere esperienze e suggerimenti, ma soprattutto per lavorare assieme ad un vero rilancio delle città italiane e dell’economia nazionale“.
In un messaggio alla sala, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Del Rio, ha dichiarato: “Centrali per il Paese sono le politiche abitative e le città intelligenti possono rappresentare una risposta all’emergenza, con le soluzioni tecnologiche disponibili che sono valide per entrambi gli ambiti di applicazione“.
Le città intelligenti e un diverso modello di costruire urbano sono due temi centrali per il settore dell’edilizia e dell’economia urbana: tecnologie da un lato e costruzioni dall’altra possono sviluppare crescita e occupazione. “Si deve puntare su sostenibilità ed efficienza – ha sostenuto Mauro Bonaretti, capo gabinetto del Ministero Affari regionali e Autonomie – sull’occupazione e la semplificazione amministrativa. L’edilizia può proporsi come settore strategico. L’innovazione e la crescita ripartono dai territori e soprattutto dalle città. Qui sta l’energia necessaria per sbloccare la ripresa economica, ma prima di devono potenziare la capacità delle città di darsi dei piani strategici di sviluppo, perchè le occasioni si perdono e si frammentano in microiniziative che non concorrono ad un quadro nazionale. Ci sono poi relazioni troppo farraginose tra pubblico e privato, che non favoriscono gli investimenti; finché non si integra il piano smart city con quello della città reale, non ci sarà mai innovazione reale a tutti i livelli. Governance efficace, scelte strategiche lungimiranti e modelli di business per le smart city, più aperti e orientati alle sinergie finanziarie, possono infine rendere vantaggiosi e remunerativi gli investimenti necessari per realizzare crescita concreta e duratura. L’importante è non sprecare le risorse finanziarie europee. Utilizzarle bene, all’interno di una cornice strategica complessiva, è l’occasione che aspettavamo per ripartire“.
“Portare i finanziamenti pubblici fuori dal vincolo del patto di stabilità, intervenendo sulle scuole, sul dissesto idrico del Paese, sulla riqualificazione edilizia e sulle infrastrutture, è il segnale che tutti attendono per ritornare a crescere ed investire“, ha affermato Paolo Buzzetti, Presidente Ance.
Il settore è maturo e strategico, con grandi potenzialità di crescita, soprattutto per l’estensione dell’indotto, ma serve una riflessione anche da un punto di vista tecnologico. “Grazie all’innovazione il cantiere può portare ad un aumento dell’occupazione, diffusa e duratura – ha precistaso Buzzetti – L’ISTAT ha reso noto il dato sull’occupazione nel settore edilizio, con la perdita di un altro 4%. Per partire davvero c’è da risolvere il problema del credito alle imprese. Manca liquidità nel sistema. A questa va aggiunto il problema della corruzione e degli appalti ancora bloccati. Non servono strutture speciali che ingessano ulteriormente le procedure, bastano gli strumenti amministrativi ordinari. La città si riqualifica a partire dalla regole, dalla semplificazione amministrativa, dai regolamenti edilizi e da nuove politiche fiscali, per prendere rapidamente e con responsabilità le scelte più qualificate“.
“Saie polo per la conoscenza, la crescita economica e il confronto tra le parti“, ha detto Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Le città intelligenti sono obiettivo valido e a portata di mano: “Manca però l’attenzione dovuta alle regole e ai regolamenti di settore. La normativa non è adeguata ai nuovi obiettivi. Abbiamo fatto numerose proposte sulla semplificazione dei processi amministrativi. La riforma del ‘Titolo V’ crea ancora molti problemi sulle competenze. Bisogna guardare ai risultati non alle norme per raggiungere velocemente gli obiettivi“.
Legge sugli appalti, testo unico dell’edilizia e norme urbanistiche sono invece i punti strutturali su cui Leopoldo Fryerie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, chiede di confrontarsi. La sfida è il cambiamento di metodo per risolvere i problemi: “L’approccio burocratico puro frena l’innovazione e il cambiamento. Son venti anni che aspettiamo un progetto per la rinascita delle città italiane, ma nel frattempo abbiamo scritto solamente regole e per giunta avulse dalla realtà. Le leggi non possono venir prima dei fini da raggiungere. La realtà è che le città italiane non funzionano più e nessuno ci investe. Si deve realizzare una griglia per capire cosa finanziarie e no, una cabina di regia che lavori con comuni e Regioni per stabilire cosa realizzare e cosa no. Uscendo dalle logiche d’austerità imposte dall’Europa. Il nuovo decreto sull’efficientamento energetico aiuterà imprese e cittadini a pagare meno per i consumi e questa deve essere l’occasione per cambiare il paradigma economico e della crescita, innovare gli strumenti che fino ad ora abbiamo usato per misurare le performance (come il PIL). La politica deve saper gestire questo processo di cambiamento, tecnologico e culturale, lanciando una vera agenda del fare”.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si sta impegnando seriamente su questi temi, a cui fanno riferimenti i diversi settori coinvolti nei processi di innovazione, ha assicurato Enrico Seta, responsabile della segreteria tecnica del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, e responsabile dell’Osservatorio infrastrutture di Italiadecide (il think thank di Luciano Violante).
“Il ministro Lupi sta lavorando da tempo ormai sulla filiera della casa, su quelle delle abitazioni e delle costruzioni – ha spiegato Seta – tre temi da integrare per potenziare il cambiamento e ridurre i tempi di realizzazione dei piani di intervento. La difficoltà sta nel fatto che Il nostro è un sistema di ritardi e di vincoli, che sta frammentando la ripresa. Per le norme in materia di lavori pubblici servono tavoli interdisciplinari, con nuovi contenuti e più efficienti procedure. Il patrimonio costruttivo ed edilizio è un grande asset per il Paese, che può attrarre anche investimenti internazionali“.
In aggiunta c’è l’edilizia residenziale pubblica, un questione sociale ed economica molto sensibile che deve essere affrontata solo con una vera riforma. Le bozze del documento sul Titolo V non contengono le parole ‘urbanistica’ ed ‘edilizia sociale’ e allora: “E’ a livello regionale che devono organizzarsi le Istituzioni per rispondere alle emergenze e potenziare gli strumenti a disposizione per raggiungere obiettivi in tempi brevi. Il consumo di suolo non è una parola d’ordine difensiva per nuove norme restrittive. La rigenerazione urbana passa infatti proprio per la sostenibilità e la tutela ambientale, quindi c’è bisogno di introdurre nel dibattito nazionale la necessità di dotarci di mezzi più efficaci a favorire i processi di rigenerazione urbana“.
Le smart city necessitano interventi infrastrutturali, di un certo livello, per arrivare ad offrire servizi di nuova generazione al cittadino. “L’Osservatorio ANCI delle Smart Cities ha mappato 368 progetti per 4 mld di risorse in tutte le città italiane“, ha affermato Antonella Galdi, responsabile dell’Area ambiente, cultura e innovazione presso l’Anci. Si tratta di interventi che i Comuni stanno portando avanti in un’ottica smart per realizzare un vero master plan. “C’è da immaginare una nuova politica integrata a livello centrale e locale, superando le province e avviando le risorse comunitarie – 44 mld di euro più il cofinanziamento governativo – per far partire i progetti”. “La sede di definizione degli abiti di intervento deve essere una cabina di regia nazionale – ha ribadito Galdi – per decidere velocemente cosa finanziare e quanto investire. Ci sono 14 città metropolitane e a queste l’Ue vuole destinare risorse specifiche, auspicando un nuovo rapporto diretto tra amministrazioni centrali e locali, realtà che rappresentano la parte più consistente del PIL nazionale. Dobbiamo partire dai progetti che già esistono (84 iniziative), non regole astratte“.
La chiusura del convegno di presentazione del 50° SAIE e della nuova edizione della Smart City Exhibition di Bologna è affidata a Vitali: “Il governo seguirà con la massima attenzione il lavoro preparatorio di SAIE e Smart City Exhibition, utilizzando i mesi che mancano per fare il punto sullo stato dell’arte dei temi fim qui elencati. ‘SAIE. Costruiamo le città del futuro’ è un richiamo alla sostenibilità, all’innovazione, alla partecipazione diretta di tutti i soggetti alla nascita delle città metropolitane, alla semplificazione amministrativa in ambito edilizio, alla rigenerazione urbana sostenibile e all’efficienza energetica. Dobbiamo ora concentrarci sul tema delle smart cities, dell’Agenda digitale e di quella urbana, per coordinare e avviare le grandi politiche urbane del XXI secolo“.