Italia
di Flavio Fabbri
Dal primo gennaio 2015, città come Roma (a cui andranno poteri aggiuntivi in quanto Capitale), Napoli, Milano, Torino, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e Reggio Calabria (dal 2016), assumeranno lo status di Comuni metropolitani.
È quanto previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione, con la trasformazione delle Province in enti territoriali più vasti e con funzioni ridefinite: guidate da un presidente eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni che ricadono nel territorio della Città metropolitana.
Su questo argomento molto delicato e su quelli paralleli della mobilità sostenibile, dei trasporti intelligenti, dei fondi europei per la riqualificazione e la rigenerazione urbana, si sono confrontati a Cagliari i sindaci del coordinamento delle Città metropolitane d’Italia, firmatari di un appello congiunto indirizzato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, e al Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi: ”L’istituzione delle Citta’ Metropolitane e’ una straordinaria opportunita’ per consentire alle grandi aree urbane italiane un piu’ alto sviluppo e una maggiore attrattivita’ economica, sociale e culturale. Per questo chiediamo al Governo di assicurare le risorse finanziarie e le competenze per assicurare il miglior decollo della nuova istituzione’‘.
Tra gli altri c’erano, oltre il sindaco di Torino e presidente dell’ANCI, Piero Fassino, il primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, quello di Bologna, Virginio Merola, di Catania, Enzo Bianco, di Genova, Marco Doria, e di Firenze, Dario Nardella (nominato nuovo coordinatore dell’Anci per le città metropolitane).
In particolare, recita il comunicato finale dei Sindaci, “chiediamo che siano definite con certezza le risorse necessarie a garantire l’erogazione dei servizi fondamentali che le Province passeranno alle Citta’ Metropolitane e siano rapidamente definite le funzioni e le competenze attribuite a queste ultime“.
Nell’appello sono riportate una serie di criticità, a cui il Governo è chiamato a dare delle risposte: la rapida adozione di una nuova disciplina del Trasporto pubblico locale (TPL) e – dopo anni di tagli – la garanzia delle risorse necessarie; una programmazione dei Fondi europei che tenga conto del contributo strategico delle Città Metropolitane nelle politiche di sviluppo economico e di inclusione sociale; la sicurezza urbana; la mobilità sostenibile; l’efficienza energetica; la rigenerazione dei beni comuni urbani e molto altro.
La Città metropolitana, infatti, deve andare oltre la semplice sovrapposizione territoriale con la Provincia e i suoi compiti devono essere adattati alle nuove esigenze della cittadinanza, che sono calibrate su un’idea nuova di sostenibilità ambientale, di qualità della vita, di crescita economica (legata soprattutto all’economia digitale), di rapporto diretto con l’amministrazione pubblica, di vivibilità del territorio urbano, di accessibilità alla cultura, agli spazi verdi e ai servizi, di inclusione sociale, di infrastrutture efficienti e moderne, di uscita dell’emergenza abitativa (che sta esplodendo rapidamente in tutte le città italiane).
ll prossimo giovedì 3 luglio a Roma, presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio 123/A, si terrà il convegno ANCI: “I Comuni protagonisti dell’innovazione istituzionale del paese: città metropolitane e nuove province al via“.