Italia
Il 70% della popolazione europea vive oggi in città e le problematiche legate allo sfruttamento del suolo urbano rivestono attualmente un’importanza cruciale. Le aree urbane e le relative infrastrutture consumano suolo in rapida progressione, anche sotto la spinta demografica crescente (oltre l’85% della popolazione europea sarà urbanizzata nel 2050).
L’Enea, assieme all’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE) e la Federazione nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), ha evidenziato, in un recente workshop dedicato a “Salute, urbanistica e mobilità. Dai principi condivisi alle azioni“, la correlazione dannosa che emerge tra sfruttamento intensivo del territorio, inquinamento atmosferico e danni per la salute umana.
Durante l’incontro sono stati presentati due position paper, a cui ha contribuito l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che contengono le riflessioni più attuali sulla pianificazione territoriale e sulla mobilità, coniugate sul piano della sostenibilità sanitaria, ambientale, energetica, istituzionale e sociale.
Nel documento “La sostenibilità dell’ambiente abitato” è sottolineato chiaramente “come l’urbanizzazione rappresenti una delle principali cause del cambiamento climatico globale“. Il suolo edificato, infatti, copre attualmente circa il 3 % di quello disponibile in totale sulla superficie terrestre, ma con una più pesante impronta ecologica rispetto al passato.
Se il consumo di suolo per lo sviluppo continua ad espandersi ad un ritmo maggiore, rispetto alla crescita demografica, e la densità urbana diminuisce – come sta avvenendo nei paesi occidentali – le aree metropolitane potrebbero occupare fino al 7% della superficie disponibile terrestre, nei prossimi vent’anni.
La dimostrazione che molti processi patologici scaturiscono da cause ambientali, quali l’accumulo di inquinanti nell’aria, nell’acqua, nel suolo e nel cibo, e l’esistenza su scala mondiale di gravi e irreversibili dissesti ambientali, hanno sollecitato una crescente attenzione del mondo medico verso questi temi, creando le premesse per una azione congiunta degli enti scientifici promotori dell’iniziativa, a cui hanno aderito anche il ministero dell’Ambiente, il ministero della Salute e il ministero delle Infrastrutture.
Nello studio presentato dall’Enea, inoltre, si fa riferimento alla smart city e ad un’idea di sostenibilità che comprende non solo gli aspetti strettamente ambientali, ma anche quelli legati al benessere e alla salute dei cittadini, alla loro sicurezza, alla capacità di non escludere dalla mobilità le fasce socialmente ed economicamente deboli, al miglioramento delle efficienza economico-funzionale del sistema della mobilità.
Sostenibilità avanzata che va coniugata a politiche integrate per una mobilità intelligente, come accade nella maggior parte dei Paesi socialmente ed economicamente sviluppati.
L’ISDE è nata per stimolare l’impegno dei medici nella salvaguardia dell’ambiente e, in occasione dell’elaborazione dei position paper, ha sviluppato un rete scientifica di valore internazionale, che analizza i fenomeni e propone linee di azione.
(F.F.)