Smart city, il ‘modello Malaga’ per la ricostruzione di Fukushima

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Il Giappone cerca una ricostruzione ‘sostenibile ed intelligente’ del post terremoto a Fukushima e si ispira al modello ‘Malaga Smart City’: smart mobility, mobilità sostenibile, riduzione dell’inquinamento, energia da fonti rinnovabili.

Italia


Fukushima

di Flavio Fabbri

 

Sono passati più di tre anni dal disastro nucleare di Fukushima, in Giappone. La ricostruzione procede a rilento, tra ritardi e polemiche, e il Governo di Tokyo sembra ora interessato a sviluppare progetti smart city per le tre province maggiormente colpite dai fenomeni di quel marzo 2011: terremoto (magnitudo superiore a 9.0), tsunami ed esplosione del reattore alla centrale di Dai-ichi.

 

Il ministro responsabile per la ricostruzione post terremoto-tsunami, Takumi Nemoto, ha annunciato le nuove mosse del Governo giapponese e in special modo l’intenzione di utilizzare le linee guida del modello ‘Malaga Smart City‘ anche nel territorio di Fukushima.

 

Una delegazione giapponese è arrivata qualche giorno fa a Malaga per incontrare il sindaco della città sulla Costa del Sol, Francisco de la Torre, e discutere di best practice e soluzioni da trasferire nelle terre colpite dal sisma e dal disastro nucleare.

 

I settori che potrebbero riguardare l’accordo di collaborazione tra Malaga e Fukushima sono: smart mobility, generazione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica e riduzione dell’inquinamento, segnatamente della CO2.

 

Il modello Malaga Smart City è in fase di realizzazione da quattro anni e vede come aziende capofila l’utility spagnola Endesa e l’italiana ENEL. Un progetto che sta dando risultati concreti, soprattutto per i trasporti, l’energia e la mobilità sostenibile (progetto Zem2All) in ambito cittadino.

 

Il Giappone ha valutato molto positivamente il lavoro svolto a Malaga e intende ora seguire le stesse linee guida per i territori devastati delle prefetture colpite dal sisma, dallo tsunami che ne è seguito e dal successivo impatto nucleare dovuto all’esplosione del reattore della centrale di Fukushima Dai-ichi.

 

La ricostruzione, pur tra mille criticità (infiltrazioni mafiose, ritardi da parte del Governo e sottrazione di risorse finanziarie e tecnologiche per le Olimpiadi di Tokyo 2020), sicuramente andrà avanti e sembra puntare decisamente a soluzioni di tipo smart city/smart community. Ancora 250 mila persone circa vivono da sfollate in strutture di fortuna messe a disposizione dalle autorità locali e governative.

 

Ripartire dall’idea di uno sviluppo più sostenibile è già un primo passo per cambiare la situazione in meglio, abbandonando progressivamente il nucleare a vantaggio delle fonti energetiche rinnovabili e puntando ad una mobilità pulita a zero emissioni.  

 

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