Smart city e cambiamenti climatici, nuovo Rapporto ONU: rischi in aumento

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L’Ipcc presenta il nuovo Rapporto sui cambiamenti climatici: a rischio la sicurezza delle città e delle infrastrutture. Tra i pericoli maggiori: caldo, fenomeni atmosferici violenti, riduzione delle risorse idriche ed alimentari, diseguaglianze sociali.

Mondo


Smart City_Climate Change

di Flavio Fabbri

 

Farà più caldo del normale, ci saranno fenomeni atmosferici più violenti, disporremo di minori risorse idriche, aumenteranno i prezzi dei beni alimentari, cresceranno le diseguaglianze sociali per l’aumento incontrollato delle migrazioni dalle aree rurali a quelle urbane: queste alcune delle conseguenze dirette e più evidenti che i cambiamenti del clima determineranno da qui a pochi anni.

 

È il quadro drammatico emerso dal Rapporto reso pubblico dal Secondo Working Group dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici promosso dalle Nazioni Unite, che chiede a Governi, amministrazioni locali e organizzazioni di settore la massima attenzione sugli effetti che i cambiamenti climatici produrranno, già da subito, sulle città di tutto il mondo, sull’ecosistema nel suo complesso (biodiversità, piante, animali), sulla sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture considerate critiche (acqua, energia elettrica, gas).

 

Acqua potabile, cibo e ambiente sono i temi centrali del Rapporto “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability, presentato ai media a Yokohama in Giappone, che costituirà il materiale di base per i prossimi negoziati sul clima di Lima (2014) e Parigi (2015).

 

L’aumento delle temperatura, lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari metteranno in pericolo tutte le città costiere del mondo (e sono la maggioranza) e causeranno fenomeni atmosferici sempre più violenti, esaltati in città della forte presenza di agenti inquinanti che favoriscono l’accumulo di umidità e calore, ingredienti base per l’innesco delle cosiddette ‘bome d’acqua’, ma anche per il perdurare di periodi siccitosi.

 

I flussi migratori verso le città (l’80% della popolazione mondiale si riverserà nei centri urbani nel 2035), da soli, causeranno una forte crescita di domanda di risorse alimentari (grano e mais), di quelle idriche e ed energetiche (luce soprattutto e gas). Se ci aggiungiamo i rischi legati al cambiamento climatico in atto, la situazione necessita di interventi strutturali decisi ed efficaci.

 

Sempre a causa dei processi atmosferici indotti dal global warming, dall’erosione del suolo causata dell’uomo, anche con l’agricoltura intensiva e l’edilizia selvaggia, si avranno inoltre ulteriori situazioni diffuse di siccità e carestie, ma anche di distruzioni dovute a inondazioni e alluvioni.

 

Si fa quindi urgente, da parte delle Istituzioni e dei centri di ricerca, una più profonda e consapevole comprensione di questi fenomeni “per essere il prima possibile pronti a gestire e risolvere situazioni di crisi”, ha spiegato Rajendra Pachauri, co-chairman dell’IPCC. 

 

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