Asia
di Flavio Fabbri
È ormai considerato da tutti uno dei mercati ICT più rilevanti, quello asiatico, grazie alla presenza di giganti come Giappone, Cina, India e Corea del Sud. In questi Paesi, la spesa in nuove tecnologie e nello specifico in tecnologie smart city sta registrando i tassi di crescita più significativi a livello mondiale.
È qui d’altronde che andrà concentrandosi la maggiore crescita demografica urbana nei prossimi venticinque anni e, secondo un nuovo Rapporto di Navigant Research, che il mercato smart city registrerà gli investimenti maggiori, pari a 63,4 miliardi di dollari entro il 2023.
Nei prossimi dieci anni, quindi, la rapida urbanizzazione (oltre il 90% della popolazione asiatica, secondo stime ONU, vivrà in città nel 2050), la domanda di risorse energetiche ed idriche, la conseguente necessità di ridurre e ottimizzare i consumi, di rendere più efficienti i servizi di comunicazione tra cittadino e amministrazione pubblica, saranno tutti motivi più che validi (assieme a quelli ambientali e sociali) per trasformare velocemente le città in smart city.
“È a causa della crescita esponenziale della popolazione urbana che l’Asia, più di altri continenti, deve trovare subito dei modelli di sviluppo più sostenibili, soprattutto in termini energetici – ha spiegato il direttore delle ricerche di NR, Eric Woods – con l’individuazione del giusto mix tecnologico che meglio di altri sappia risolvere i tanti problemi che seguiranno il boom demografico urbano dei prossimi anni“.
Ovviamente, già sono stati lanciati i primi imponenti progetti smart city nell’area, come l’immenso Delhi-Mumbai Industrial Corridor in India, il piano per le prime 100 smart city in Cina, il progetto di Songdo Smart City in Corea del Sud o l’evoluto Japan Smart City Portal.