Europa
di Flavio Fabbri
L’intera economia dell’Unione europea potrebbe guadagnare punti di PIL e uscire dalla crisi e l’incertezza grazie allo sviluppo di piattaforme di big data e open data. I benefici entro il 2020 sarebbero enormi, con un business diretto di 200 miliardi di euro e un mercato per la sola pubblica amministrazione pari a 10 miliardi di euro.
È quanto emerge dallo studio “Big and open data In Europe: A growth engine or a missed opportunity?“, condotto sull’Europa intera dal Warsaw Institute for Economic Studies (WISE) e il centro studi Demos Europa, secondo cui le tecnologie di nuova generazione legate ai big data e gli open data apporterebbero repentini miglioramenti dell’economia dei 28 Stati europei presi in esame, con grandi ricadute positive sui territori urbani, i veri motori dell’economia Ue, sul tessuto economico locale e più in generale dell’Unione: sul rapporto tra Istituzioni/enti locali con cittadini e imprese, sulla qualità della vita nelle città, sull’innovazione sociale, sulla tutela dell’ambiente, sulla gestione e il trattamento dei rifiuti e la riduzione dell’inquinamento.
Le soluzioni big data, infatti, sono utili allo sviluppo di ambienti smart city in centri urbani di qualsiasi grandezza, offrendo ai cittadini, alle PA e alle aziende (anche PMI), servizi IM e mobile app per incrementare il livello di egovernment nel territorio e facilitare lo scambio di informazioni.
Il flusso di dati si trasforma in informazioni e quindi in servizi, innovando l’economia regionale e locale, puntando su efficienza e qualità. Tramite gli open data, invece, e l’accesso ai dati relativi ai più disparati settori economici, tecnologici, infrastrutturali, ambientali e sociali di un area urbana, è possibile fornire ad enti pubblici, cittadini e aziende una vasta gamma di nuove applicazioni a costi ridotti, nella massima trasparenza e sicurezza (vedi il progetto Commons4Eu).
Nel 2020 il PIL Ue potrebbe crescere dell’1,9%, solamente grazie a tali soluzioni big & open data, che è molto di più di quanto sarà la crescita ufficiale dell’Eurogruppo stimata per quell’anno. Uno scenario a cui più volte si è riferito il Vicepresidente della Commissione Ue, Neelie Kroes: “Big Data non è solo uno slogan di moda, è la ricetta per un’Europa competitiva“.
I settori maggiormente coinvolti dall’impatto con le piattaforma big & open data, sono: industria manifatturiera, commercio, assistenza sanitaria, Pubblica Amministrazione, servizi professionali, finanza, educazione, trasporti, ICT, gestione risorse energetiche (gas, elettricità, acqua), social innovation, ricerca e sviluppo, smart city.