Europa
di Flavio Fabbri
Nasce la prima mappa delle smart city d’Europa per monitorare e conoscere i progetti, da lanciare e in corso d’opera, finalizzati a trasformare le città del continente in centri urbani innovativi, avanzati e sostenibili.
Il documento, “Mapping Smart Cities in EU“, rilasciato a gennaio e pubblicato da ITRE, la Commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo, nasce dall’idea di mappare gli Stati membri dell’Ue alla ricerca di una definizione standard del termine smart city, di un modello comune di città intelligente e di una serie di linee guida per la realizzazione dei progetti dedicati.
Sono rientrate nello studio tutte le aree urbane (divise in tre fasce di popolazione da 100 mila a 500 mila abitanti) che avevano lanciato piani di intervento nelle seguenti aree: amministrazione pubblica, governance, energia, innovazione sociale, smart community, vivibilità urbana, mobilità sostenibile, smart economy e tutela/valorizzazione dell’ambiente.
Le città che hanno raggiunto i migliori risultati (in termini di iniziative annunciate e realizzate) sono state: Amsterdam (Olanda), Barcellona (Spagna), Copenhagen (Danimarca), Helsinki (Finlandia), Manchester (Gran Bretagna) e Vienna (Austria).
Una lista che non sorprende visto che. in molti altri studi simili. questi centri urbani compaiono sempre nelle Top20 relative alle migliori smart city di tutto il mondo.
Emerge inoltre che la gran parte delle grandi città ha mostrato indici smart city più alti che le realtà medio-piccole e che la loro distribuzione risulta esser frammentata e diseguale tra gli Stati membri. Riguardo i progetti annunciati, i due terzi di questi rimangono spesso sulla carta, per limitazioni di ordine burocratico, economico e organizzativo.
Gli obiettivi della strategia Europe 2020 sono delle sfide a cui nessuna città europea piò sottrarsi e infatti circa il 90% delle smart city è focalizzata su iniziative che riguardano l’occupazione, ricerca e sviluppo, efficienza energetica, formazione/istruzione, lotta alla poverta, rilancio dell’economia, sostenibilità delle attività industriali.
Sono cinque i settori che l’Unione europea considera fondamentali per la crescita e lo sviluppo sostenibili e che definiscono tale strategia: occupazione, innovazione/R&S, energia/cambiamenti climatici, istruzione, povertà/emarginazione. Per ognuno di essi sono stati stabiliti degli obiettivi da raggiungere da qui a sette anni e l’Eurostat ha anche definito degli indicatori per favorire tale iniziativa nei Paesi partner dell’Ue.
