Gran Bretagna
di Flavio Fabbri
Completati a Londra i lavori del ponte ‘solare’ più lungo del mondo. Si tratta di una struttura davvero imponente, che solca per 300 metri circa il Tamigi alla stazione di Blackfriars, con i suoi 6000 metri quadrati e ben 4400 pannelli fotovoltaici a copertura del passaggio.
L’energia generata che si attende sarà pari a oltre 900 mila Kwh l’anno, quanto basta a riscaldare 80 mila tazze da tè al giorno. Grazie all’uso dell’energia solare si riuscirà a coprire il 50% del fabbisogno energetico (soprattutto elettrico) della stazione e a ridurre e emissioni di CO2 di 511 tonnellate l’anno (equivalenti a 90 mila viaggi in automobile su tratti di media percorrenza).
Un sistema di raccolta delle acque piovane consente il loro utilizzo (una volta depurate e trattate) all’interno della stazione per servizi ai passeggeri e per il funzionamento della struttura.
Il ponte Blackfriars, o Ponte dei Frati Neri, già noto alla cronaca locale ed italiana per il ritrovamento del corpo senza vita del banchiere Roberto Calvi nel 1982, è una infrastrutture di trasporto importante di Londra, costruita nel 1769 vicino al Waterloo Bridge.
La sua posizione è infatti strategica, perché consente a decine di migliaia di persone di affluire ogni giorno nella zona centrale di Londra dalle periferie più meridionali. Il nuovo ponte ‘solare’ è stato disegnato dallo studio Solarcentury e la sua copertura a celle fotovoltaiche resterà ben visibile ai passanti per valorizzare il concetto di sostenibilità ambientale e, in generale, ogni processo di generazione di energia da fonti rinnovabili.
Londra ha già annunciato il suo piano smart city 2020 e tra gli obiettivi c’è ovviamente il ricorso alle fonti rinnovabili. Ci sono più di 100 ponti sul Tamigi e questo potrebbe essere solo il primo intervento di questo tipo.
Solarcentury partecipa anche al Thameslink Program, piano cittadino per il miglioramento e l’ammodernamento delle infrastrutture dei trasporti urbani con l’obiettivo di tagliare le emissioni di inquinanti, ridurre il fastidio acustico, riutilizzare le energie del sottosuolo (vapore, geotermina, sistema di frenatura dei treni), sviluppare un sistema di mobilità intermodale funzionale ed efficiente.