Smart city: il futuro delle città è verticale, pedonale e ‘car-free’

di di Flavio Fabbri |

Da Cina, Emirati Arabi, Canada, Svezia e Australia le soluzioni all’inquinamento, al traffico, ai consumi energetici e alla cattiva qualità della vita: zero rifiuti e macchine, energia 100% rinnovabile, sviluppo urbano verticale e città pedonali.

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Floating City

Sovrappopolazione, inquinamento e cementificazione selvaggia sono alcuni dei fattori più critici a cui le città di tutto il mondo devono trovare soluzioni immediate. Ognuno di essi genera una catena di ulteriori problematicità, tra cui il consumo eccessivo di terreno, di risorse energetiche ed idriche, la cattiva qualità della vita, un basso livello di vivibilità delle aree urbane, l’avvelenamento dell’ambiente e un aumento spropositato dei costi per cercare di mantenere vivo ed abitabile l’ecosistema urbano.

 

Le soluzioni tecnologiche dedicate alle smart city e in parte già applicate, in diverse città di più Paesi, ci danno un quadro generale di come si possono risolvere i problemi sopra elencati e con quali risultati. Guardando a quanto accade in Cina, negli Emirati Arabi, in Svezia, in Canada e in Brasile, si può avere un’idea sui principali trend metropolitani più avanzati, con alcuni esempi di interventi efficaci sulle realtà cittadine, già avviati e da sviluppare per il futuro.

 

In modi diversi, a seconda del territorio e delle condizioni climatiche, ogni città ha trovato il modo di fare fronte alla sovrappopolazione, all’inquinamento, al traffico, allo sfruttamento eccessivo delle risorse energetiche: sviluppando nuclei abitativi verso l’alto o verso il basso, aumentando o diminuendo la densità abitativa, azzerando il trasporto privato a favore di quello pubblico ‘elettrico’ o ibrido, favorendo la mobilità a pedonale, aumentando gli spazi verdi.

 

Chengdu, con i suoi 15 milioni di abitanti, è la quinta città più popolosa della Cina. Per risolvere l’incubo inquinamento e l’alta densità abitativa, l’amministrazione cittadina ha deciso di realizzare una smart city di 80 mila persone totalmente car-free, cioè vietata ai mezzi di trasporto privati, vivibile ‘a piedi’ (walkable) e sviluppata su livelli verticali, grazie a palazzi dal design avveniristico e tecnologicamente avanzati (come nel caso delle splendide architetture di Shan-Shui City) che mirano ad offrire nuove soluzioni al problema della crescente densità abitativa (Hyperdensity). Qui il consumo di energia sarà ridotto del 50%, quello di acqua del 60% e un attento riciclo consentirà l’eliminazione dell’89% dei rifiuti.

 

Stesso discorso per l’emiratina Masdar City, ad Abu Dabi, dove al posto dei grattacieli si è pensato di andare verso il basso, sotto il piano del deserto, in un ambiente cittadino scavato nelle fenditure del terreno, caratterizzato da un’economia ‘zero carbone e zero rifiuti’, in grado di sfruttare la luce solare al 100%, così come l’energia geotermica ed eolica. La stessa Dubai sta realizzando una smart city completamente sostenuta da fonti energetiche rinnovabili e ideata per una qualità della vita massima: orientata al verde, alla mobilità pedonale ed elettrica.

 

Passando alle esperienze urbane occidentali, Melbourne e Goteborg mostrano progetti architettonici tendenti a massimizzare il rapporto con gli spazi verdi, per migliorare l’esperienza cittadina, e sviluppare la città super sostenibile, in termini di traffico, di inquinamento, di approvvigionamento di cibo e acqua, di riciclo dei rifiuti e uso di fonti rinnovabili. La città canadese, in particolare, sta pensando all’idea fantasmagorica della ‘molteplicità urbana‘, ovvero una città su più livelli verso l’alto, come una torta, in cui ad ogni strato vive e si riproduce, in maniera autonoma, una città intera.

 

Aree urbane sempre più a misura d’uomo, verso l’alto o verso il basso, dove al posto della macchina si deve camminare (walkable cities), aiutando il fisico a rimanere in forma e riducendo sensibilmente il nostro impatto ambientale. Una scelta che mira ad elevare la qualità della vita dei cittadini, che sono così più invogliati a vivere e curare il proprio quartiere, che deve essere più bello, più verde, più pulito e su cui si può intervenire direttamente, per aggiungere o togliere qualsiasi elemento: dalle macchine alle piste ciclabili, dalle aree verdi alle attrezzature per i più piccoli, gli anziani e gli sportivi, dai wifi hot spot alle colonnine di ricarica per veicoli elettrici, dai lampioni intelligenti alle reti di sensori digitali per l’internet of things e i big data. Così il paesaggio urbano si modifica, a seconda delle necessità delle comunità che lo vivono e lo abitano.

 

Altro esempio di smart city funzionale, sono le città galleggianti (Floating city), soluzioni fantascientifiche per evitare i danni dei maremoti e dell’innalzamento del livello dei mari, che sta seriamente minacciando le città costiere di tutto il mondo. In tal senso, si parla di distretti agricoli ed industriali galleggianti ad Haiti, con la ‘Città del raccolto’ completamente autonoma (cibo, acqua ed energia) che potrebbe ospitare fino a 30 mila persone, e Sidney, che ha indetto un concorso internazionale per la migliore ‘Float City’ da realizzare nei prossimi dieci anni.

 

L’uomo sta cercando di trovare un modo, sostenibile e duraturo, di vivere su questo pianeta, nella consapevolezza delle grandi sfide che lo attendono: cambiamenti climatici, gestione dei rifiuti, crescita dei consumi energetici e delle risorse naturali (tra cui ovviamente l’acqua), inquinamento, global warming o eventualmente global cooling. Le tecnologie smart city offrono già oggi delle soluzioni valide ed efficaci, serve volontà politica, visione d’insieme e governance del sistema per attuare il cambiamento.

 

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