Italia
A giugno 2014 si terranno a Versailles i giorni del Solar Decathlon Europe, anche conosciuti come le Olimpiadi dell’architettura sostenibile. Decine di innovatori, centri di ricerca, spinoff universitari, si sfideranno a colpi di progetti di smart buildings e di edilizia sostenibile e innovativa per muove smart city in tutta Europa.
Venti i concorrenti che la scorsa settimana hanno presentato e depositato i plastici dei propri lavori, presso la Fiera dell’edilizia di Parigi, e provenienti da Taiwan, Thailandia, India, Giappone, Costa Rica, Messico, Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Danimarca, Olanda, Romania.
Per l’Italia c’è il progetto dell’Università di Roma Tre: “Rhome for Dencity“. Come tutti gli altri partecipanti, anche il team di ‘Rhome’ ha l’obiettivo di realizzare case sostenibili, altamente tecnologiche, energeticamente efficienti, a basso impatto ambientale e magari economicamente convenienti. Come suggerisce il nome, l’esperienza di docenti, ricercatori e studenti di Roma Tre parte dalla Capitale e dai problemi legati all’edilizia, all’abusivismo, allo sperpero di risorse finanziarie, all’emergenza abitativa, al consumo di suolo e spazi verdi, all’inquinamento e al soffocamento del patrimonio artistico-architettonico, nonché archeologico.
Antico, vecchio e nuovo devono convivere in un’area urbana di ogni dimensione, Roma compresa, valorizzando ogni edificio e struttura sfruttando le leve dell’innovazione e gli insegnamenti della tradizione. In tal senso il progetto romano di qualifica attraverso le 6 R di Riduzione dei costi, Ridensificazione edilizia, Riuso, Risparmio sui costi, miglioramento delle Relazioni sociali, Riqualificazione e Rigenerazione dei sistemi energetici, di quartieri e spazi verdi.
I flussi migratori che entrano ed escono dalla città vanno studiati e monitorati meglio, per meglio comprendere in che modo è possibile ri-densificare (Re-densify) il territorio urbano, ad esempio provvedendo a costruire appartamenti di piccole dimensioni per singole e coppie senza figli che passano più tempo fuori che in casa.
Si può inoltre riqualificare (Re-qualify) l’area suburbana di Roma, grazie alla possibilità di inserire nuovi edifici a basso consumo energetico nelle periferie, con un buon equilibrio tra spazio costruito e spazi aperti verdi (Re-green), e favorendo una vita sociale più viva che migliori la qualità dell’esperienza urbana (Relate).
Una nuova visione di Roma che deve essere accompagnata da un’adeguata strategia energetica (Reduce), finalizzata a realizzare un edificio a basso consumo energetico, basato in maniera efficiente su strategie passive per il clima mediterraneo, ovvero un edificio in grado di comportarsi passivamente bene contro le temperature calde. Inoltre, anche il sistema idrico dovrà garantire la riduzione dei consumi dell’acqua, utilizzando sistemi di raccolta delle acque piovane e di filtraggio delle acque di scarico. Infine, a livello urbano l’intento è quello di ridurre i consumi proponendo una rete di mobilità sostenibile (smart mobility).
Rispettare l’ambiente, infine, significa progettare edifici che non utilizzano una quantità indiscriminata di energia, anche se prodotta da fonti rinnovabili (Re-energize). Questi edifici a basso consumo energetico useranno la loro efficienza per la produzione di energia per il loro quartiere attraverso la microgenerazione in loco di energia e un mix attento di tecnologie smart energy dedicate, tra cui il fotovoltaico, il solare termico, i pannelli radianti, le smart grid, la telegestione, l’automazione domestica, la casa connessa ed elettrodomestici ed apparecchi di illuminazione ad alta efficienza energetica.
(F.F.)