Italia
Regolare il traffico lungo le strade di una città usando un diffuso e capillare impianto semaforico intelligente che consenta di variare la circolazione, magari modificando l’accesso alle singole strade e i sensi di percorrenza, a partire da un software. E’ quanto sta accadendo a Pisa con il progetto che porta il nome di uno dei principali personaggi femminili dell'”Amleto” di William shakespeare.
Grazie ad un finanziamento dell’Unione europea di 4,5 milioni di euro e ad un network di aziende e centri di ricarca, tra cui Deutsche Telekom, Nec, Adva Optical e la Standford University, l’Istituto di tecnologie della comunicazione, dell’informazione e della percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna e il Consorzio nazionale interuniversiatario per le telecomunicazioni (Cnit) hanno sviluppato e reso operativa una complessa infrastruttura di ricerca denominata “Ofelia“.
Una piattaforma che permette la sperimentazione su scala europea delle cosiddette “reti programmabili” (“software defined networks“), garantendo agli studiosi la possibilità di svolgere esperimenti controllando ed estendendo la rete in maniera dinamica e secondo le loro necessità. La sperimentazione di Ofelia si sta portando avanti a Pisa, sfruttando l’Internet of Things (IoT) e il cloud computing, attraverso l’ausilio di semafori intelligenti.
Diversi gli obiettivi della ricerca, tra cui la regolazione intelligente del traffico in una smart city grazie alla programmabilità delle reti. “E’ come se potessimo regolare il traffico lungo le strade di una città usando un diffuso e capillare impianto semaforico – ha spiegato Piero Castoldi, docente coordinatore dell’Unità di ricerca ‘Telecomunicazioni’ all’Istituto TeCI, durante la presentazione del progetto “Ofelia” – potremmo allora scrivere programmi software che, in base al traffico del momento oppure a seconda dei giorni della settimana, adattino la capacità delle strade per evitare congestioni o per creare corsie preferenziali“.
L’infrastruttura conta 10 punti operativi, incluso quello di Pisa, installati presso gli enti coinvolti nella sperimentazione e interconnessi per offrire una variegata gamma di tecnologie di rete e di servizi, come la trasmissione ad alta velocità su rete ottica, l’instradamento di dati di tipo cognitivo e servizi di virtualizzazione. Il Cnit e l’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna hanno contribuito nel campo delle reti programmabili grazie ai data center che costituiscono i computer della rete internet, ovvero la spina dorsale dell’infrastruttura per fornire servizi di cloud computing.
Da recenti indagini è emerso che la rete e la sua adeguatezza sono viste come la principale sfida per l’utilizzo su larga scala di questi servizi. Infatti, la principale preoccupazione degli utenti, specialmente di quelli ‘business’, è la disponibilità effettiva e l’affidabilità delle applicazioni tramite il cloud. Barbara Martini, ricercatrice del Cnit e coordinatrice operativa del progetto “Ofelia”, ha sottolineato che: “Il ruolo della rete guadagna sempre più importanza per il crescente volume di traffico e la sua variabilità a causa dell’impiego sempre più intenso di applicazioni ‘cloud’, ma soprattutto per il fatto che sempre più attività commerciali faranno affidamento su questi servizi“.
(F.F.)