Gran Bretagna
La Città di Bristol ha dimostrato ai propri cittadini, durante la scorsa estate, l’utilità dell’Internet of Things (IoT) applicata in ambiente urbano e la rilevanza delle nuove tecnologie della comunicazione per monitorare il proprio quartiere, risolvere i problemi ed ottenere risposte dall’amministrazione pubblica in tempi rapidi.
Fino a pochi giorni fa, infatti, chiunque dotato di uno smartphone poteva comunicare con gli oggetti che popolano la bella città del sud dell’Inghilterra. Pensiline alle fermate degli autobus, bidoni della spazzatura, lampioni, tabelloni pubblicitari, cartelli stradali, buche della posta, parchimetri e altro ancora, improvvisamente hanno avuto modo di interloquire con i passanti, scambiandosi dati e quindi informazioni. Da luglio ai primi di settembre, Bristol è stata la prima città europea a parlare con turisti e cittadini. Ovviamente non si deve penare ad oggetti animati in grado di colloquiare con chiunque, ma di un semplice, quanto complesso, sistema di comunicazione basato sui tradizionali sms.
Avvicinandosi ad uno di questi oggetti, ad esempio la pensilina alla fermata degli autobus, è stato possibile scambiare messaggi e ottenere informazioni su orari dei mezzi di trasporto pubblici, su ingorghi e incidenti lungo il tragitto, sulla strada più breve per raggiungere una destinazione in particolare. Si tratta del progetto denominato ‘Hello Lamp Post‘, messo su dall’amministrazione pubblica di Bristol assieme a una cordata di professionisti, aziende, multinazionali, centri accademici e artisti digitali, tra cui PAN Studio, Tom Armitage, Gyorgyi Galik, Toshiba, IBM, l’Università del West England, HP, IMD e altri brand ICT.
Un modo divertente per fare community, sviluppare cittadinanza e partecipazione 2.0, utilizzando solamente uno smartphone. Ben 15 mila persone hanno già aderito al progetto mandando messaggi agli oggetti intelligenti sparsi per la città e ricevendo da essi risposta. Una smart city vissuta in modalità quasi social, perché in fondo lo scambio di sms ha consentito agli ideatori della piattaforma di contare su big data ‘freschi’ in chiave aperta e di sfruttare il potenziale delle tecnologie cloud partendo dalla semplice necessità delle persone di avere informazioni e di scambiare opinioni relative all’ambiente urbano. Presto soluzioni di questo tipo potrebbero diffondersi in tutte le città d’Europa, Italia compresa, generando un flusso di dati utili ad amministrazioni pubbliche ed aziende per offrire nuovi e più utili servizi al cittadino.
(f.f.)