Olanda
Nasce prima la città e poi vengono i cittadini, o sono i cittadini a dare vita ad una città? Un centro urbano nasce dalle infrastrutture o sono le infrastrutture che si adattano al territorio metropolitano? Domande che possono sembrare scontate per alcuni, banali per altri, materia per urbanisti e sociologi per tanti altri ancora.
Eppure, a seconda dell’impostazione che si vuole dare ad un progetto urbano i risultati sono molto diversi tra loro. Ad Amsterdam, ad esempio, si sta cercando di realizzare un modello di smart city che parta in maniera decisa dalle reti di infrastrutture e dalla partecipazione della community di stakeholders, tra cui ci sono anche i cittadini, per ottenere risultati d’eccellenza e migliorare l’economia locale.
Si tratta del progetto CityZen, a metà strada tra innovazione sociale e smart networking, con un investimento di 30 milioni di euro da spendere in nuove reti di comunicazione elettronica, infrastrutture di avanzate, edilizia sostenibile, smart grid e rinnovabili, mobilità alternativa, nuovi servizi e applicazioni della pubblica amministrazione a disposizione di cittadini e aziende.
Diversi gli obiettivi di massima:
- realizzare la più grande area d’Europa in cui è attiva una piattaforma smart/green energy;
- coinvolgere aziende locali e straniere per l’implementazione tecnologica;
- creare nuovi posti di lavoro;
- fare in modo che le ricadute economiche e sociali di tali interventi siano evidenti alla popolazione;
- rendere il più aperto possibile l’accesso di nuovi soggetti nella condivisione dei progetti e la partecipazione alla realizzazione.
La zona della città coinvolta è Nieuw-West. Al progetto hanno preso parte diversi soggetti, tra cui imprese locali, come Waternet, Liander, Ymere, diverse utilities, aziende attive nel settore della raccolta e del trattamento dei rifiuti e la Città di Amsterdam. Un insieme di realtà economiche molto rilevanti in Olanda e in altri Paesi del mondo, a cui hanno offerto sostegno anche giganti IT, come IBM, Cisco e Microsoft.
Sei i punti chiave su cui il progetto CityZen poggia per la sua realizzazione entro il 2018:
- uso diffuso di sensori digitali in tutta l’area, da integrare con i network domestici per le connected home e la gestione dei consumi energetici. Grazie alle smart grid della rete Alliander, tutti gli edifici, pubblici e privati, saranno dotati di smart meter per un consumo personalizzato dell’energia e per integrare direttamente quella prodotta da fonti rinnovabili, ad esempio da pannelli solari, dalla marea e dal vento. In studio c’è anche un nuovo sistema per lo stoccaggio dell’energia elettrica, da poter utilizzare in caso di emergenza in casa o anche per la macchina elettrica;
- in ogni edificio sono previsti impianti per generare energia da fonti rinnovabili che, oltre il fabbisogno quotidiano, potrà essere messa in rete anche per altri usi;
- dal riciclo virtuoso dei rifiuti si potrà ottenere nuova energia, si realizzeranno altri materiali di secondo o terzo ciclo, si potrà offrire biofuel a buon prezzo;
- massima partecipazione dei cittadini ad ogni fase del progetto. Almeno 10 mila persone saranno ascoltate regolarmente, nel tempo, coinvolgendole in più focus group, compresi gli studenti di zona;
- utilizzare sempre le risorse già disponibili, cercando di ridurre al minimo l’impatto ambientale e la produzione di CO2.
(f.f.)