Gran Bretagna
La Gran Bretagna spinge sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica puntando su ICT e smart grid. Per il progetto smart city denominato ‘Greater Manchester‘, l’amministrazione pubblica della città britannica ha chiesto aiuto ad un consorzio giapponese composto da Hitachi, Daikin, Mizuho Corporate Bank e il Mizuho Information & Research Institute.
Il consorzio, selezionato nell’ambito dell’iniziativa “Smart Community Demonstration Project in Greater Manchester“, sarà guidato da Hitachi e supervisionato dall’organizzazione giapponese per lo sviluppo di nuove forme di consumo engertico ‘NEDO’. L’amministrazione pubblica di Manchester ha infatti deciso di intervenire con nuove soluzioni e strumenti più efficaci contro l’inquinamento cittadino e l’emissione di CO2, e per promuovere sostenibilità ed efficienza energetica. Le tecnologie giapponesi, tra le più innovative al mondo, consentiranno una riduzione dei consumi, una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili e l’introduzione di nuovi sistemi per la generazione e la distribuzione di energia elettrica.
La cooperazione tra la città di Manchester e il consorzio giapponese si basa sull’uso di soluzioni ICT e pompe di calore di nuova generazione e l’obiettivo manifesto è di realizzare e rendere accessibile a tutti una low carbon economy in tempi brevi. Questo vuol dire che l’area urbana dell’ex regina della prima rivoluzione industriale britannica, oggi abitata da oltre 2,2 milioni di persone (terza per estensione in Gran Bretagna), intende passare velocemente ad un nuovo tipo di economica e ad una nuova idea del concetto stesso di cittadinanza.
Le smart grid di cui si parla nel progetto saranno integrate da pompe di calore di nuova generazione e da alimentatori generati da fonti rinnovabili. Queste ultime dovranno coprire, entro il 2020, il 15% della domanda totale di energia. Prima di procedere con i lavori, il consorzio giapponese dovrà provvedere a presentare uno studio di fattibilità entro la fine del 2013, per poi passare ad una prima fase di interventi nel 2016.
Entro il 2020, inoltre, saranno istallati in tutta la Gran Bretagna oltre 30 milioni di contatori intelligenti, o smart meter, tramite cui sarà possibile un’immediata riduzione di sprechi e consumi inutili, grazie ad partecipazione diretta dei cittadini consumatori che potranno comunicare dati aggiornati in tempo reale all’utility e regolare la modalità di consumo media quotidiana. Entro quella data saranno inoltre attivate pompe di calore per il 30% delle famiglie britanniche. Strumenti in grado di trasferire energia termica da una sorgente a temperatura più bassa ad una sorgente a temperatura più alta o viceversa, utilizzando differenti forme di energia, generalmente elettrica. Una macchina di questo tipo può produrre calore per il riscaldamento di un edificio o per l’acqua calda per uso sanitario, utilizzando energia presente nell’ambiente per il 75% e solo il restante 25% da fonti tradizionali. Il risparmio energetico complessivo può arrivare fino al 60%.
Entro il 2016 i tecnici giapponesi istalleranno le prime 300 pompe di calore in altrettanti edifici di Manchester. Ad esse sarà affiancato uno smart meter per il controllo ‘cogestito’ (azienda-utente) dei consumi energetici.
(f.f.)