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GSMA su connected life e M2M: più produttività, occupazione e qualità dei servizi grazie alle smart city

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La diffusione e l’utilizzo di connected device nei Paesi asiatici favorirà l’impennata della produttività economica, l’aumento del numero di occupati, la riduzione del traffico, la diminuzione di CO2, un minore consumo energetico a livello domestico, una qualità più elevata dei servizi al cittadino, soprattutto sanitari e didattici.

 

È quanto si legge in uno studio congiunto di PwC e della Gsma Association, che rappresenta gli interessi dei principali operatori mobili in tutto il mondo, rivolto al mercato asiatico, che stima l’attivazione di 1,5 miliardi di nuove connessioni mobili entro la fine del 2017.

 

Dati che fanno da scenario alla nascita di una connected life (CL) sempre più diffusa, basata sull’uso di smart device always on, cioè sempre connessi alla rete. Apparecchi di cui non possiamo già fare a meno e che sono presenti in più unità nelle nostre case, tra Pc, smartphone e tablet. Entro il 2017, secondo IDC, ci saranno 2,3 miliardi di nuove spedizioni di tali dispostivi.

Una rete infinita di apparecchi per navigare la rete, controllare gli elettrodomestici in casa, comunicare con i propri contatti, con le aziende, la Pubblica Amministrazione, accedere ai servizi di nuova generazione e pagare qualsiasi cosa comodamente con il proprio telefono senza più girare con il portafogli.

 

A rendere la connected life ancora più efficace e sviluppata, ci saranno i network Machine to Machine (M2M), tramite cui sarà più semplice far comunicare gli apparecchi con le macchine, come nei settori automotive, robotica e domotica, e sarà certamente più facile innovare la sanità, la didattica scolastica, la formazione, per dare vita e vere e proprie smart city già dai prossimi anni.

 

Secondo lo studio, nel 2017 la CL consentirà di raggiungere una produttività economica in Cina del valore di 22 miliardi di dollari, di porre un limite agli sprechi energetici che nella sola India costano 17 miliardi di dollari di energia elettrica, andata sprecata o rubata, che invece, tramite uso di smart meter, potrebbe essere ridistribuita ad almeno 10 milioni di famiglie; di ridurre i costi della sanità pubblica di 10 miliardi di dollari nel solo Giappone e di risparmiare 12 mila dollari per ogni studente nella Corea del Sud.

 

Sono solo alcuni esempi, di come l’ecosistema smart city, notoriamente ICT based, di cui fanno parte anche le soluzioni CL e M2M, possa migliorare la nostra vita rendendola più sicura, più sostenibile, meno impattante sull’ambiente che ci circonda e orientata all’efficienza e la massima qualità. Come indica lo studio, servono però investimenti sicuri, regole certe e una nuova idea di cultura tecnologica, che sia in grado di coinvolgere più direttamente famiglie e mondo del lavoro, se vogliamo davvero la nascita di smart city in tutto il mondo.

(f.f.)

 

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