Europa
Partirà tra meno di un mese il nuovo progetto europeo per lo sviluppo cittadino e l’innovazione urbana denominato ‘SoftCity‘. Un insieme di programmi di studio e di intervento portatati avanti dall’Unione europea e nello specifico dall’Università d’Irlanda e con la collaborazione della Città di Boston, che potranno contare su una cifra inziale di 2,3 milioni di euro di finanziamenti.
Scopo di SoftCity è individuare e sviluppare nel più breve tempo possibile le migliori soluzioni ICT e software IT dedicate ai principali campi di applicazioni cittadini, tra cui ovviamente la Smart city. I grandi cambiamenti a cui le metropoli di tutto il mondo, ma anche le città di medio-piccole dimensioni, saranno esposte nei prossimi anni saranno di diversa natura e di portata rilevante. Le Istituzioni europee hanno già definito diversi settori di ricerca e di intervento, per garantire alle urban societies un modello di crescita che sia compatibile con l’ambiente e le risorse disponibili.
Per calcolare al meglio il rapporto giusto tra tali risorse e le piattaforme tecnologiche ad oggi disponibili, il professor Robert Michael Kitchin, della National University of Ireland, ha il compito di seguire e coordinare i lavori attorno al progetto ‘The Programmable City‘, che mira a stabilire in che modo i programmi informatici possono aiutare e rendere migliore la nostra vita quotidiana in città attraverso percorsi di pianificazione programmata degli interventi. In un città gli abitanti si muovono, vivono, mangiano, respirano, comprano e vendono, comunicano, fanno esperienza delle infrastrutture e dei rapporti umani, cercano soluzioni a problemi, offrono idee, si relazionano alla Pubblica Amministrazione e lavorano. Tutta una serie di attività e processi vitali che possono essere ottimizzati per il bene dei cittadini, per la qualità della loro vita, per aumentare l’efficacia dell’azione amministrativa e sviluppare tessuto economico e culturale.
Parliamo di software ICT applicati all’urbanistica, all’architettura, ai trasporti, alla PA, alla comunicazione, alle aziende, all’ambiente e molto altro, per ottenere un miglioramento complessivo dei dati relativi ai sistemi di trasporto intelligente, alle reti di comunicazione elettronica e di telecomunicazione, agli smart buildings, alle infrastrutture energetiche smart grid, ai network di oggetti intelligenti (Internet of Things), a quelle dei sensori digitali per il monitoraggio del centro abitato.
Ottenere costantemente dati aggiornati da più settori della città (Big Data) facilita il lavoro di programmazione e consente di elaborare sempre nuove informazioni da mettere a disposizione dei cittadini e delle aziende. La Smart city vive di servizi, accessibili, efficienti ed inclusivi. Ecco che il programma SoftCity consente di sviluppare questo ‘lato utente’ della città 2.0 che, per riuscire a ridurre gli inquinanti nell’aria, a trasformare la mobilità da congestionata a sostenibile, a realizzare infrastrutture di rete per la distribuzione di energia, a disporre di un’edilizia avanzata e ecosostenibile, deve puntare sulla maggiore interazione tra tecnologie della comunicazione e piani di innovazione sociale, tra ICT e tra governance dei processi amministrativi.
Il progetto SoftCity prevede nelle città di Dublino e Boston i due centri di lavoro principali, dove saranno convogliate tutte le informazioni e le risorse necessarie per sviluppare software dedicati alle Smart city.
(f.f.)