‘Digital home health’: il Regno Unito parte dall’assistenza sanitaria elettronica per lo sviluppo delle Smart City

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Sensori digitali domestici in rete WiFi, smartphone, tablet e Pc per case connesse always on con la piattaforma SPHERE. Così la Gran Bretagna rivoluziona la sanità nazionale e pone le basi per un nuovo modello di smart city

Gran Bretagna


eHealth Smart City

Il Regno Unito è uno dei Paesi con il più alto tasso di persone sovrappeso e anziane. Facile immaginare quali e quante possano essere le ricadute sulla sistema sanitario nazionale. La gran parte dei cittadini oltre i 60 anni di età vive in isolamento, con il pericolo concreto di venirsi a trovarsi in condizioni difficili nel tempo, tra stati depressivi e la minaccia di incidenti domestici. Per tutti questi motivi è stato annunciato un nuovo progetto governativo di assistenza sanitaria domestica ,basato sull’introduzione immediata di strumenti tecnologici avanzati che consentono una comunicazione diretta tra paziente e medico, tramite le più moderne piattaforme internet e mobili.

 

Si tratta di SPHERE (Sensor Platform for HEalthcare in a Residential Environment), sistema di digital home health assistance per persone invalide, anziane e bisognose di continue cure e assistenza di personale specializzato, da effettuare direttamente a casa. Le strutture sanitarie tradizionali, infatti, non riescono più ad assorbire la domanda di posti letto e di visite. Tranne casi molto particolari, la maggior parte delle cure può tranquillamente essere eseguita a casa, sfruttando i canali di telepresenza e video comunicazione già disponibili.

 

Grazie ad un finanziamento inziale di 12 milioni di sterline, stanziato dall’EPSRC (Engineering and Physical Sciences Research Council), alla collaborazione interdisciplinare messa su dalle Università di Bristol, Southampton e Reading, assieme all’amministrazione pubblica di Bristol, l’IBM, Toshiba e il Knowle West Media Centre, è stato pianificato il primo progetto di eHealth nazionale da integrare al modello Smart City fin qui ideato dal Regno Unito.

SPHERE è una piattaforma multicanale ideata per seguire da remoto la vita delle persone, in termini sanitari e medici, grazie all’uso di semplici device connessi in rete che consentono al personale medico di accertarsi in ogni momento dello stato di salute del paziente. “Un sistema sanitario complementare a quello tradizionale che permetterà di alleggerire la pressione sulle strutture, di assicurare un’assistenza 24 ore su 24 al paziente e di creare nuovi posti di lavoro“, ha spiegato il porofessor Ian Craddock, direttore del progetto.

 

Presto la Gran Bretagna potrà realizzare un nuovo data base sanitario, in continua evoluzione, alimentato dai dati provenienti da smartphone, tablet e pc portatili in possesso degli abitanti, sempre connessi in rete con medici, specialisti e personale destinato all’assistenza ordinaria. “Mezzi tecnologici già oggi nelle case di tutti e che connessi in rete garantiranno una forma di assistenza di massima qualità, in grado di monitorare la salute del cittadino e di intervenire in caso di necessità“, ha commentato David Willetts, ministro dell’Università e della Scienza del Governo Cameron.

 

La particolarità della nuova piattaforma SPHERE sta nell’uso di sensori digitali domestici collegati in rete WiFi con i telefoni, tablet e computer connessi always on a internet e la rete mobile. Tali sensori, poco invasivi e a basso costo per i consumatori, avranno il compito di monitorare ciò che accade in casa e registrare i movimenti delle persone. Ogni volta che sarà percepito qualcosa di anomalo (caduta, rantoli, movimenti sconnessi, respiro affannato) immediatamente sarà dato l’allarme alla centrale operativa che provvederà all’assistenza immediata o eventualmente al soccorso diretto da parte del personale medico in zona.

 

Al progetto partecipano anche l’Elizabeth Blackwell Institute for Health Research, il Bristol Health Partners e il NIHR. Tra le prime attività in agenda per il comitato centrale c’è un’assemblea pubblica con la popolazione di Bristol e il lancio di un tavolo permanente tra i cittadini, l’amministrazione pubblica, le Istituzioni governative, i centri di ricerca e gli Istituti che hanno aderito all’iniziativa.

(f.f.)

 

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