Microsoft ‘Smart campus’: 60 mln di dollari per una cittadella autosufficiente e ‘software based’

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125 nuovi smart building e una rete di 2 milioni di sensori per ralizzare il campus più efficiente al mondo e un modelo di smart city da esportare

Stati Uniti


Smart Buildings Microsoft

C’è una squadra di ingegneri Microsoft ha le idee molto chiare su come dovrà essere il nuovo campus di Redmond: efficiente ed autosufficiente in termini energetici, realizzato a partire da innovative soluzioni software data-driven, che consentiranno un taglio consistente dei costi per ognuno dei 125 edifici di cui si compone, eco-compatibile, green oriented. Un progetto da 60 milioni di dollari che va oltre i concetti di Internet of Things e Big Data, per presentare al mondo un vero e proprio modello di Smart city esportabile e perfettamente funzionante in ogni sua parte.

 

Una cittadella informatica di 200 ettari circa, conosciuta con il nome di Redmond Operations Center (o ROC), in cui lavorano 42 mila impiegati in decine e decine di edifici e che si candida a divenire uno dei più innovativi campus del mondo. A capo del gruppo del team che da tre anni sta seguendo il progetto, c’è Darrell Smith. In tutto questo tempo sono stati utilizzati migliaia sensori digitali (30 mila dislocati nei punti nevralgici della rete infrastrutturale, per un totale di 2 milioni di sensori sparsi in tutto il campus) con la funzione di raccogliere dati all’interno di 13 edifici pilota, utili ad immaginare le possibili sollecitazioni del sistema informatico che innerva il campus e per valutare le decisioni da prendere in fase di studio.

L’intera area è continuamente monitorata in ogni suo più piccolo dispositivo in funzionamento. In tal modo è più semplice controllare il funzionamento degli impianti di riscaldamento (temperatura media degli edifici e livello di dispersione del calore), della rete idrica (volumi dei consumi, sprechi, pressione), della rete elettrica (smart grid) e dei sistemi di aerazioni (livello di consumo dei filtri e presenza di inquinanti). Il tutto controllato e gestito da remoto, ovviamente, per intervenire in ogni momento ed in tempo reale sul problema.

 

Ogni volta che si risolve un problema nel minor tempo possibile (il 48% degli interventi è sotto i 60 secondi)per l’azienda è un risparmio in termini di costi. Anche il più piccolo guasto all’interno del sistema può avere un peso importante nell’economica complessiva della struttura. Risolvere, ad esempio, un piccolo fastidio alla pressione dell’acqua, che deve arrivare all’ultimo piano di un edificio in un certo volume, può ad esempio assicurare risparmi per 12 mila dollari in un anno e con un intervento di soli 5 minuti.

Ogni 24 ore il team di Smith, grazie ai software dedicati agli smart building, aggrega e archivia 500 milioni di dati. Un incredibile data base che misura il battito cardiaco del ROC, consentendo alla squadra di intervenire in real time in ogni momento della giornata su qualsiasi tipo di disfunzione del sistema.

 

Gli edifici intelligente consentono già oggi a Microsoft di risparmiare 250 mila dollari l’anno, ma quando tutti i software in via di sviluppo saranno attivi si potrà arrivare ad una cifra pari a 1,5 milioni di dollari annui. Ecco perché il campus non solo è un esempio dell’eccellenza Microsoft, ma un modello di Smart city esportabile in ogni città del mondo. I grandi centri urbani, con le scuole, gli hotel, gli ospedali, i ristoranti, la rete d’illuminazione e i palazzi, divorano da sole il 50% dell’energia globale, solo negli Stati Uniti la bolletta arriva a 100 miliardi di dollari. Al termine dei lavori, il ROC viaggerà su un risparmio annuo di consumi energetici più bassi in media del 30%.

(f.f.)

 

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