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Il punto di vista delle donne: una Smart city deve essere sicura, sostenibile e inclusiva

Mondo


Le città del futuro dovranno essere prima di tutto sicure, vivibili, pulite, sostenibili e in grado di garantire a tutti un uguale accesso ai servizi. È quanto dichiarato da Michelle Bachelet, direttore dell’UN Woman, il nuovo ente delle Nazioni Unite per l’Uguaglianza di Genere e l’Empowerment Femminile, in occasione dell’ottavo Forum World Alliance of Cities Against Poverty (WACAP) di Dublino.

 

Il modo più semplice e veloce per realizzare una Smart city a misura di cittadino, senza distinzione di genere, è ottimizzare il potenziale tecnologico sviluppato negli ultimi venti anni. lo prevede l’iniziativa delle Nazioni Unite denominata “Global Safe Cities Initiative“, che ha come obiettivo l’aumento dei livelli di sicurezza nei centri urbani di ogni grandezza, la lotta senza quartiere ad ogni forma di violenza e il miglioramento delle condizioni di vita delle donne e di tutti coloro che vivono una condizione svantaggiata e disagiata. “E’ il momento di assicurare a tutti una maggiore inclusione nei processi di costruzione delle realtà sociali metropolitane“, ha affermato la Bachelet, “con maggiore attenzione alle donne, ai bambini e ai più giovani, che per diversi motivi ne sono ancora esclusi, vivendo spesso condizioni di povertà materiale e culturale“.

 

Le Smart city sono una grande opportunità per “realizzare definitivamente l’eguaglianza di genere, la parità di opportunità e di diritti attraverso un’inclusione avanzata da perseguire investendo in ricerca ed innovazione tecnologica“, ha sottolineato il direttore dell’UN Women, “e allo stesso tempo proseguendo sulla strada della sostenibilità ambientale e della lotta ad ogni forma di digital & cultural divide“.

L’iniziativa UN Women Safe Cities Global Initiative è oggi attiva in 21 città di tutto il mondo, l’ultima delle quali è Dublino, e tra gli obiettivi decisi c’è anche l’utilizzo di piattaforme Big Data e dell’internet of things, due strumenti fondamentali per implementare il flusso di dati, generato all’interno dell’area urbana dall’uso di milioni di device di comunicazione elettronica, rendendoli aperti ad ogni tipologia di utilizzo pubblico e commerciale.

 

L’aggregazione di grandi quantità di dati e l’elaborazione avanzata degli stessi per finalità sociali e pubbliche può aiutare molto nella prevenzione di fenomeni violenti all’interno di una determinata area. Oggi ci sono software in grado di effettuare calcoli di questa natura e di fornire ulteriori informazioni sul comportamento deviante di alcuni gruppi di cittadini. In tal senso l’UN Women ha dato il via ad una proficua collaborazione con Microsoft proprio per ideare e sviluppare nuove soluzioni ‘in mobilità’ dstinate a rendere i luoghi che abitiamo più sicuri e a misura di cittadino.

 

L’esempio portato dalla Bachelet è quello di Rio de Janeiro, in Brasile, dove sono nate smart community femminili che sfruttano i propri device mobili, come smrtphone e tablet, per aggiornare le mappe dei luoghi più rischiosi in cui passare, lavorare, studiare e vivere della città. Le reti sociali, i blog, i siti web istituzionali dei municipi e altre finestre pubbliche sulla città, consentono di raccogliere ed elaborare informazioni in tempo reale sui principali fenomeni sociali metropolitani, tra cui quelli violenti e discriminatori che ogni giorni si materializzano sotto i nostri occhi. “E fondamentale sapere in quale strada non passare, dove non recarsi e come evitare luoghi bui o frequentati da persone sbagliate, per evitare di restare vittima di aggressioni“, ha spiegato ancora il direttore dell’organizzazione che ha annunciato un accordo con le autorità pubbliche della città brasiliana per lanciare nuovi programmi di innovazione ed inclusione sociale che prevedono la lotta alla povertà all’analfabetismo, la presenza di donne in ruoli di responsabilità all’interno della Pubblica Amministrazione.

(f.f.)

 

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