Europa
Oggi il Parlamento europeo sarà chiamato a stabilire i nuovi standard di efficienza energetica di server e personal computer. Ci sono in ballo almeno 15 Twh annui di energia elettrica, da qui al 2020, e i nuovi standard possono fare risparmiare ogni anno l’equivalente del consumo elettrico di nove milioni di persone e circa 6 milioni di tonnellate di CO2.
Il problema, sollevato da più di un’organizzazione ambientalista, tra cui la nostra Legambiente, è che le soluzioni proposte dall’Ue e dalla direzione generale per l’Energia della Commissione europea, che le case di produzione dovrebbero adottare entro il 2014, sono inferiori agli standard già applicati dai prodotti sul mercato. Secondo Legambiente e Cooproducts, si tratta di parametri sostanzialmente vecchi.
Il voto è conseguenza della direttiva Ecodesign, nata proprio per introdurre standard di consumo ambiziosi che portino i produttori a migliorare progressivamente la qualità dei prodotti a parità di comodità d’uso e di costo per il cittadino. Secondo la Coalizione Coolproducts, ricorda una nota di Legambiente, l’Ue dovrebbe pretendere almeno il 20% in meno di consumo energetico (50% per le schede grafiche) quando il computer è in pausa (Idle) o in stand-by. E dovrebbe introdurre misure di attenzione verso il riciclo dei pc, l’impiego di materie riciclate nella produzione e la diminuzione di sostanze tossiche al loro interno. Istanze per ora assenti dalla bozza della Commissione europea che sarà votata oggi.
Guardando agli attuali standard tecnologici sul mercato, “L’Europa potrebbe e dovrebbe dare una forte sterzata verso l’efficienza energetica, se vuole essere all’avanguardia nel contrasto ai cambiamenti climatici e nella definizione di eco-misure di sostenibilità a livello mondiale – ha commentato il direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni – anche perché parliamo dei consumi durante le fasi di stand-by o di pausa, non quelli col computer in uso, proprio per non porre limiti alla qualità delle performance del prodotto. Parliamo quindi, di puro spreco“. Ricorda ancora Muroni, che per i computer “non esiste neanche l’etichetta energetica per aiutare il consumatore ad indirizzarsi verso i dispositivi più efficienti nei consumi“.
Una posizione condivisa anche da Edouard Toulouse, della European Environmental Citizens Organisation for Standardisation (ECOS), che chiede una regolamentazione del settore più coraggiosa, in grado di convincere I grandi produttori ad abbracciare soluzioni green ICT fin da subito, in termini di server e data storage, soprattutto alla luce della grande diffusione del cloud computing.
Da un recente studio di ECOFYS, dal titolo “Saving energy: bringing down Europe’s energy prices for 2020 and beyond“, si stima in 250 miliardi di Euro l’anno il risparmio complessivo ottenibile in Europa attraverso politiche di efficienza energetica. Un dato ottenuto considerando gli effetti delle politiche di efficienza energetica in un arco temporale da qui al 2030, sommando i benefici economici derivanti dai minori consumi e dalla riduzione del prezzo dell’energia che si potrebbe ottenere dalla contestuale diminuzione della domanda.
(f.f.)