Italia
Il Gazzettino di Venezia pubblica un mio articolo (l’ennesimo) dedicato all’arretratezza tecnologica dell’IMOB.
Per i non veneziani l’IMOB è uno strumento giurassico concepito per precaricare i biglietti e gli abbonamenti del sistema pubblico di trasporto.
Qualcuno si chiederà perché Michele ce l’abbia così con l’IMOB, con VELA e con l’ACTV.
In realtà l’IMOB è per me solo un pretesto. Ovviamente un minimo di senso civico verso la mia città lo nutro ancora, quindi quando vedo sciocchezze tecnologiche le denuncio. (la politica a Venezia non mi interessa)
Possiedo centinaia di CD musicali, quindi migliaia di tracce musicali.
I miei CD sono masterizzati e ospitati su una piattaforma di cloud computing.
Ovunque io vada ho sempre la musica preferita con me. Che poi io stia usando il portatile, un iPhone, un iPad, la musica è sempre con me.
Lo stesso vale per i miei scritti, per i documenti che mi interessano.
Quello che non capisco è perché la ricarica del mezzo di trasporto non possa stare su una struttura di cloud computing. Non capisco perché per testimoniare che sono un utente virtuoso debba possedere obbligatoriamente uno stramaledetto pezzo di plastica con un microchip.
Questi limiti culturali (prima ancora che tecnologici) a Venezia fanno la differenza. Ciò che mi infastidisce è la protervia condotta fino all’assurdo che porta a negare l’evidente.
In una città frequentata da milioni di persone e da cittadini “mediamente intelligenti” veniamo dipinti come degli analfabeti digitali. Vergognatevi.
L’IMOB (lo stramaledetto pezzo di plastica con microchip) è il classico esempio di “digitalizzazione dell’esistente” di cui è piena l’Italia. Assieme al famoso Wi-Fi con lampione, al frigorifero parlante è l’esempio di tutto ciò che non è Smart City.
Chi avrà la pazienza di leggere il mio articolo coglierà le alternative (gratuite) che mi permetto di offrire alla mia Città.
Mi auguro che qualcuno abbia l’umiltà e il buonsenso di coglierle.
Staremo a vedere.
Leggi qui gli artcoli: ACTV e VELA ricorrano al WEB
(Pubblicato sul blog di Michele Vianello michelecamp.it)