Il Technology Strategy Board britannico ha scelto Glasgow: 24 milioni di sterline per ridisegnare la città

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Ha battuto altre 30 città e ora c’è da intervenire sulla rete energetica, l’edilizia sostenibile, la qualità dell’ambiente, la vivibilità urbana, i trasporti, l’illuminazione pubblica e privata

Scozia


Glasgow Smart City

Alla fine è stata Glasgow ad aggiudicarsi le 24 milioni di sterline messe in palio dal Governo britannico per realizzare la prima Smart City del Regno Unito. La città più popolosa della Scozia e la seconda per grandezza, dopo Londra, a livello nazionale, dovrà ora dimostrare di essersi guadagnata la fiducia del Technology Strategy Board (TSB). L’ha spuntata tra altre 30 grandi città, tra cui Londra, Birmingham, Belfast, Leeds, Manchester e Bristol, e tutti gli occhi dei cittadini britannici sono ora rivolti sulla città scozzese che si fregia del titolo di ‘Future Cities Demonstrator‘ (modello dimostrativo di città del futuro).

 

I primi ad attendere i grandi cambiamenti saranno proprio i cittadini di Glasgow, in totale poco meno di 600 mila, a cui saranno rivolti i tanti progetti in cantiere per eliminare tutta una serie di problematiche di cui soffre la città: rete energetica carente e piena di falle, condutture del gas e dell’acqua vecchie e con troppi sprechi, rete di trasporto inadeguata, alto inquinamento dell’aria, impianti per il riscaldamento e l’illuminazione degli edifici mal funzionanti e molto altro. Le dimensioni della città sono perfette, secondo gli standard europei di Smart City (nel rapporto tra city e area urbana), con una popolazione complessiva di poco superiore ai 2 milioni.

Tra le soluzioni individuate, sicuramente ci sono quelle relative ai trasporti pubblici e privati, con nuovi servizi per lo sviluppo del trasporto intermodale, quindi la diffusione di sensori wireless per le vie della città, che dovranno raccogliere dati in tempo reale sullo stato del traffico e della qualità dell’aria, l’illuminazione intelligente, l’infomobilità, l’incentivazione dei mezzi di trasporto elettrici, sistemi di telemonitoraggio e telesorveglianza delle strade, smart grids e smart meters, sanità elettronica ed eGovernment, edilizia di nuova generazione, fino all’utilizzo di bidoni della spazzatura intelligenti e lavagne digitali per la comunicazione pubblica.

 

Glasgow è inoltre sede della quarta più antica università della Gran Bretagna, la University of Glasgow che fu fondata nel 1451. E proprio dal mondo accademico vuole partire David Willetts, ministro per l’Università e la Scienza, che ha dichiarato: “La città rappresenta ora la nostra frontiera esterna per la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate ai più disparati campi dell’economica, della cultura, della sanità, della scuola, della Pubblica Amministrazione, senza dimenticare le infrastrutture critiche del Paese, come l’energia, i trasporti e le comunicazioni elettroniche“. L’ICT, ha aggiunto il ministro, “deve garantire al Paese una leva economica straordinaria per ricominciare a crescere e competere a livello globale“.

 

Le opportunità in ballo per le aziende sono di quelle serie, con un mercato che è valutato intorno ai 35 miliardi di sterline, per i prossimi anni, secondo KPMG. Un dato che è confermato anche da Ovum: “Nel 2014 la città ospiterà i Commonwealth Games, un evento che attirerà centinaia di migliaia di persone e che potrebbe essere un valido banco di prova per verificare lo stato dei lavori e per creare nuova occupazione“.

(f.f.)

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