Italia
Il Governo Monti è ormai un capitolo chiuso della vita istituzionale italiana, ma Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, ha voluto promuovere, a fine mandato, quelle che potremmo definire le linee guida per l’Agenda Green del prossimo esecutivo. Otto punti su cui ci sarà da confrontarsi e da cui partire per mettere in pratica alcune azioni indubbiamente significative, dal punto di vista della sostenibilità, della low carbon economy, delle clean technology, delle Smart city, della riduzione degli inquinanti, della trasparenza e della semplicità delle procedure amministrative.
Da una parte si tratta di strumenti e soluzioni già indicati in ambito europeo e solo da recepire, dall’altra va riconosciuto al ministro la volontà di evidenziare, una volta per tutte, quelle che sono le aree dove c’è da investire risorse ed energie per ottenere risultati concreti e duraturi. Non si può più rimandare la questione ambientale, è sotto gli occhi di tutti il tasso di inquinamento delle nostre città e il grado di dissesto idrogeologico in cui versa il Paese. I grandi cambiamenti climatici impongono delle decisioni da prendere ora, per non ritrovarsi ogni anno nella drammatica condizione di fare la conta dei danni e dei morti.
L’Agenda Clini parte da quanto fatto durante l’anno e mezzo di Governo Monti e dalle conclusioni degli “Stati Generali della Green Economy“(Rimini, 6-7 novembre), organizzati dal ministero dell’Ambiente, ma allo tesso tempo vuole essere uno stimolo per le scelte da fare, in tema tecnologico, energetico ed ambientale, e che saranno prese dal prossimo esecutivo dopo le elezioni politiche che stanno per avvicinarsi. Negli otto punti, il ministro indica gli strumenti della leva ambientale per l’economia, l’innovazione e l’occupazione soprattutto nelle piccole e medie imprese.
Qui di seguito sono riportati tutti gli interventi programmatici evidenziati dall’Agenda Green, validi per i prossimi anni e utili soprattutto per gli effetti positivi che avranno sul ciclo economico nel breve periodo e sul potenziale di sviluppo nel medio-lungo termine.
Si parte dal Piano nazionale per la “decarbonizzazione” dell’economia italiana e la riduzione delle emissioni di CO2, presentato al CIPE nel maggio 2012 e trasmesso dal Governo Monti alla Commissione Europea nell’ambito del Piano di Riforma Nazionale 2012. Un documento che costituisce il quadro di riferimento per le politiche e le misure necessarie per rispettare, entro il 2020, gli impegni del pacchetto europeo “clima-energia”, coerenti con le linee di azione di medio-lungo periodo per allineare l’Italia alla strategia per la decarbonizzazione e competitività dell’economia europea. Qui sono collocate le misure per dare attuazione alla Strategia Energetica Nazionale, per recepire le direttive europee che regolano il mercato dei permessi di emissione, l’efficienza energetica e la fiscalità energetica, per promuovere le modalità di trasporto e mobilità a bassa intensità di carbonio e a base emissioni, per sostenere lo sviluppo della chimica verde e dei biocarburanti di seconda e terza generazione.
C’è La lista delle tecnologie ICT e dei sistemi “verdi“, cioè meccanismi incentivanti per la crescita sostenibile e “Green Procurement” della Pubblica Amministrazione. La lista riguarda tutti i settori (energia, chimica, trasporti, rifiuti, agricoltura) e prevede l’applicazione del sistema di “carbon management” e di “carbon foot printing” di processi e prodotti sulla base di accordi volontari con le imprese. Essa, inoltre, dovrà costituire il quadro di riferimento per le forniture e gli acquisti della pubblica amministrazione (Green Procurement).
Il capitolo Smart City, invece, mostra la progressiva penetrazione dei sistemi di generazione distribuita con fonti rinnovabili e ad alta efficienza di elettricità-calore-freddo nelle aree urbane, in combinazione con lo sviluppo delle “reti intelligenti”, o Smart grids. Il pacchetto degli incentivi per le fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica sta provocando un duplice effetto positivo sulla riduzione dei consumi e dei costi dell’energia e sulla promozione di una filiera nazionale competitiva sui mercati internazionali sia sviluppati (USA) sia nelle economie emergenti (Brasile, Cina e India in particolare). Questo processo va sostenuto come fattore chiave per la crescita ed il superamento dei vincoli e dei costi del sistema elettrico (eMobility) tradizionale, anche nella prospettiva di rafforzare il ruolo dell’Italia nella competizione europea per le smart cities.
Seguono il piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio, il capitolo per la cooperazione ambientale internazionale, nell’ambito degli impegni e dei programmi approvati dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro nel giugno 2012 (RIO+20), gli strumenti per la semplificazione e la trasparenza , al fine di superare il collo di bottiglia delle autorizzazioni ambientali che non proteggono l’ambiente, l’introduzione della fiscalità ambientale , come previsto dal disegno di legge “delega fiscale”.
(f.f.)