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La città che offre la migliore qualità della vita è Vienna, mentre quella per le infrastrutture più all’avanguardia è Singapore. Questi i risultati della nuova indagine Mercer “2012 Quality of living worldwide city rankings“, condotta in tutti i continenti e che ha visto coinvolte 460 città, tra piccole e grandi. Una classifica realizzata a partire da 10 categorie base, costitute dall’ambiente politico e sociale (stabilità del sistema, livello di criminalità, rispetto della legge), dalle condizioni economiche, da quelle socio-culturali (censura, limitazioni delle libertà collettive e personali), da quelle sanitarie (sistema sanitario nazionale, propagazione di virus, inquinanti nell’ambiente e nell’aria), dal sistema scolastico ed educativo, dal sistema di trasporto, dall’intrattenimento e lo svago (ristoranti, cinema, teatri, strutture sportive, benessere personale, spettacoli pubblici), dall’accesso ai principali beni di consumo, dal mercato immobiliare, dal rispetto della natura e dal consumo delle risorse (tra cui anche la percentuale di eventi disastrosi).
Ovviamente, per definire il livello di ‘qualità della vita’ in ogni centro urbano esaminato dal Rapporto, è fondamentale verificare il grado di efficienza e di innovazione delle infrastrutture cittadine: dal traffico su gomma e rotaia alle reti per le comunicazioni elettroniche, dalle smart grids alla distribuzione dell’acqua, dall’infomobilità ai servizi di egovernment. Mettendo assieme i dati raccolti, Mercer ha evidenziato per ogni regione la classifica delle città più innovative e dove potenzialmente si vive meglio. Per quanto riguarda la vivibilità delle metropoli, è Vienna la miglior città in cui vivere, seguita da Zurigo e Auckland. Particolarmente interessante è notare che tra le prime dieci (Monaco, Vancouver, Dusseldorf, Ginevra, Copenhagen e Berna) troviamo quasi tutte città europee, soprattutto tedesche e svizzere.
Per ciò che riguarda le infrastrutture, come detto, è Singapore il luogo ideale, seguito da Francoforte, ancora Monaco, Copenhagen, Dusseldorf, quindi Hong Kong, Londra, Sydney, Amburgo e Vancouver. Di nuovo un folto gruppo di città europee e a guardar bene sempre le stesse, segno che il grado di innovazione introdotto nel settore infrastrutture e servizi ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni ma concentrata solo in alcune aree e determinati Paesi.
Male l’Italia, che praticamente piazza una sola città, Milano, al 41° posto della classifica delle città con la migliore qualità della vita. Un risultato penalizzante, considerando il potenziale straordinario del nostro Paese (in termini di offerta culturale, bellezze paesaggistiche e naturalistiche, rispetto degli standard scolastici e didattici europei), che ci da la misura del nostro ritardo rispetto ai partner europei.
Austria, Germania e Svizzera piazzano da sole 15 città, tra le prime 25 della Quality of Living survey. Centri urbani non molto grandi, a ben vedere, con le capitali posizionate più indietro, vedi Parigi al 29° posto, Dublino al 35°, Londra al 38°, Madrid al 49°, Roma al 52°, per non parlare di Atene all’83°. La qualità della vita di una città, la sua vivibilità, il livello di sostenibilità ambientale mostrato e il grado dell’offerta culturale, sono parametri importantissimi per lo sviluppo di centri abitati del futuro. Mercer non ha definito un paradigma o degli standard per le Smart city di tutto il mondo, ma certamente ha definito un quadro d’insieme per comprendere il livello di innovazione a cui siamo giunti. Un risultato non del tutto scoraggiante, per lo meno a livello europeo, con sei città nelle prime dieci per infrastrutture e mercato dei servizi, in alcuni casi veri e propri esempi di eccellenza globale come nel caso della Germania e della Danimarca.
(f.f.)