Smart City: diritti digitali e open data per costruire città intelligenti

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Gianluca Mazzini (Lepida): ‘Rendere tangibili ai cittadini i servizi che corrono sulla rete’.

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Be open to be smart, non è un consiglio ma il futuro. Se ne parla oggi all’evento “Diritti digitali e dati aperti: le basi per Città e Comunità smart” in programma presso la Regione Emilia-Romagna. L’iniziativa dedicata a Open Data e Smart City, organizzata dall’associazione Stati Generali dell’Innovazione con la Regione Emilia-Romagna, vede la partecipazione di rappresentanti dei promotori e di altre personalità esperte sui temi trattati, in tavoli di lavoro aperti alle imprese, alle associazioni e ai cittadini.

 

Il direttore generale di Lepida, Gianluca Mazzini, commentando anche la pubblicazione del BandoSmart City” del MIUR per il centro-nord, ha dichiarato: “Sul tema dei servizi ed infrastrutture abilitanti alla Smart City in ottica di dati geografici ed informazioni georeferenziate, Lepida mette in campo tre soluzioni strategiche. La prima è l’offerta a tutti i cittadini di un’identità digitale federata FedERa, ossia di credenziali uniche e personali per l’accesso a qualunque servizio online offerto da soggetti pubblici o privati. L’accesso attraverso queste credenziali si comporta in modo “intelligente”, in quanto il sistema riconosce la posizione di accesso dell’utente con un meccanismo cosiddetto WAYF (where are you from)”.

“La seconda soluzione – ha continuato Mazzini – già in fase di implementazione da parte di Lepida è la realizzazione di un catasto federato delle infrastrutture idonee alla posa di fibra ottica. Cosa che incontra una necessità impellente, in quanto le informazioni a riguardo sono scarse, imprecise e non ancora digitalizzate. Il catasto delle infrastrutture di Lepida si doterà anche di un cruscotto in logica open data, aggiornabile in maniera federata e sostanzialmente real time”.

“La terza soluzione – ha concluso il Dg di Lepida – è l’offerta di una rete WiFi federata su tutto il territorio regionale, ampliabile dai singoli enti e che sfrutta la presenza capillare sul territorio della rete Lepida a banda ultra larga. L’accesso a questa rete avviene normalmente in modalità autenticata, ma viene offerta la possibilità di fruire direttamente e senza autenticazione di servizi ed informazioni georeferenziate, grazie ad un Walled Garden, ossia ad un portale dedicato, modulare e dinamico disegnato sulle esigenze dell’utente riconosciuto nella sua localizzazione reale.”

 

Un primo confronto quello di oggi a Bologna fra i portatori d’interesse delle Smart City, in attesa di ulteriori tappe quali l’appuntamento con Smart City Exhibition, sempre a Bologna, dal 29 al 31 ottobre. Ma la roadmap dei promotori prevede anche conferenze quali AM/FM GIS (Roma, 26-27 settembre) o ASITA (Vicenza, 6-9 novembre).

 

Le “città intelligenti” dialogano con l’informazione geografica e sono tali proprio grazie a questo binomio viepiù inscindibile.

Là dove c’era la mappa ora c’è un’applicazione GIS. I benefici introdotti dalla geomatica sono molteplici e l’infrastruttura geografica è pari alle reti di comunicazione, di trasmissione di energia, o di qualsiasi altra installazione di servizio pubblico primario. Le informazioni geografiche digitali, patrimonio della collettività, costituiscono quindi un pilastro per il governo e lo sviluppo di una nazione.

 

L’appuntamento di oggi intende affrontare i temi dell’Informazione Geografica articolati rispetto al contesto di iniziative “Smart City”, “Città Intelligenti” o, ancora, “Città Digitali”, promosse in diverse forme e a cui stanno aderendo un numero sempre maggiore di Comuni e comunità. Ogni progetto prende in considerazione uno o più settori d’intervento, sulla base di priorità e sensibilità proprie dei promotori: l’efficienza energetica, la mobilità, il monitoraggio ambientale, la comunicazione con i cittadini, la promozione turistica, solo per citarne alcuni. Per tutti, comunque, l’Informazione Geografica riveste un ruolo d’infrastruttura abilitante e le tecnologie geomatiche contribuiscono alla realizzazione di servizi innovativi.

 

Le informazione geografiche digitali oggi, come le mappe in passato, costituiscono un pilastro per il governo e lo sviluppo di una nazione. Proprio in ragione di ciò, esse sono anche patrimonio della collettività. L’evento di Bologna è l’occasione per avviare un primo approfondimento tra tutti i portatori d’interesse delle Smart City, facendo leva sui temi degli Stati Generali dell’Innovazione (Creatività dei giovani, merito, lavoro basato sulla conoscenza – Inclusione Digitale – Innovazione come opportunità per lo sviluppo delle imprese – Open Government) e formulare  proposte, avanzare idee e soluzioni per far ripartire l’innovazione nel Paese, beneficiando  anche del contributo offerto dal settore geomatico.

 

 

Tutto ciò è possibile anche grazie agli Open Data, di cui si parla oggi durante i tre Open talk.

 

Ecco i temi:

  • Infrastrutture di Dati Territoriali innovative per Smart Community e Smart City efficienti (Position Paper);
  • Open data: Comunità in grado di collaborare e fruire l’informazione geografica (Position Paper);
  • Nuovi format di comunicazione pubblica interattiva: urbanistica partecipativa, l’innovazione territoriale e sociale (Position Paper).

 

 

Per Piero Fassino, sindaco della città di Torino e membro del direttivo Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) , “Il rischio è che il modello italiano di smart city sia un presepe di realizzazioni esemplari e non una vera opportunità per i cittadini”.

Un rischio su cui Fassino s’è soffermato al convegno “Le città intelligenti: opportunità per le imprese del territorio” durante il salone Smau di Bologna, ai primi di giugno.

 

L’osservazione del Sindaco di Torino mette il dito nella piaga: le soluzioni ICT per rendere le città più “intelligenti” e quindi più vivibili, esistono, ma sono relegate al ruolo, appunto, di figurine del presepe, perché non sono state né standardizzate né replicate, almeno non tanto da avere un impatto sulla vita delle città. Il tema è quindi “usare ciò che c’è”.

Per fare un esempio, distribuire certificati anagrafici online è possibile ma la città di Genova, pluripremiata per l’uso dell’ICT a vantaggio dei cittadini arriva solo al 25% del totale dei documenti rilasciati in formato elettronico… (Leggi Articolo Key4biz)

 

Certo, è un problema di normative, ma sulle normative si riflette la mancanza di cambiamento culturale.

“Lo Stato è ‘verticale’ – sintetizza Fassino – e la Rete è ‘orizzontale’, è flessibile e occorre la stessa flessibilità anche per adottare nuove soluzioni”.

 

Talvolta a costo basso, molto basso: a Torino è partita la sperimentazione su 60 uffici postali che hanno messo la loro connessione a banda larga a disposizione delle scuole. Le scuole diventano così luoghi polivalenti in cui non solo i ragazzi studiano, ma diventano anche un terminale di altri servizi pubblici. Il vantaggio non è solo a livello di utenti privati, ma anche di imprese di settore. Una volta che si passa alla produzione in scala più ampia di dispositivi e soluzioni sperimentate, standardizzate e replicate si innesca un circolo virtuoso anche nell’economia.

 

Il tema della diffusione e del passaggio a un atteggiamento “orizzontale” è ripreso dal direttore generale di Lepida, Gianluca Mazzini: “Il tema, in questo momento, è quello del rendere tangibili ai cittadini i servizi che corrono sulla rete. Siamo riusciti a uscire dalla logica del presepe con la realizzazione della rete Lepida, che è diventata un realtà solida, stiamo invece impegnandoci molto sul versante della distribuzione dei servizi, di ciò che il cittadino può toccare con mano”.

Oggi – aggiunge Mazzini – è come se avessimo a disposizione dei mattoncini che possiamo ricomporre sia in senso verticale che orizzontale, sotto forma di progetti concreti, al servizio della comunità regionale”.

 

I mattoncini sono i progetti contenuti nel Piano Telematico, che si stanno realizzando. Allo Smau sono stati presentati al pubblico quelli più tipici da “smart city” come ad esempio TappER, che intende sviluppare una piattaforma per mobile application (fruibili cioè da dispositivi mobili come smartphone, tablet ecc.), grazie a un sistema realizzato nell’ambito del Laboratorio ICT della Regione, o ancora come VideoNet, network di videosorveglianza, che intende migliorare questo servizio grazie a un sistema di gestione centralizzata delle immagini o ancora SensorNet, per il monitoraggio ambientale, che prevede la costruzione di una piattaforma per la raccolta e consultazione dei dati provenienti da differenti sensori sparsi sul territorio, la loro condivisione e su questa base la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale esteso.

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