Italia
In Italia c’è poca sinergia tra il mondo della ricerca, quello dell’università e quello dell’impresa. Di questo ne è fermamente convinto il Ministro Francesco Profumo, intervenuto al convegno “L’Italia che corre”, organizzato da Confcommercio in collaborazione con l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione e ForumPA, in occasione della Giornata Nazionale dell’Innovazione 2012.
Secondo Profumo, i dati dimostrano che “i nostri cervelli in fuga hanno un’ottima preparazione: tanti sono gli italiani che vincono bandi di concorso organizzati da centri di ricerca europei e sono ben 15 mila i ricercatori nostrani in Usa”.
“Il più delle volte, però, non riusciamo a fare in modo che tutta questa preparazione abbia un ritorno in termini di crescita e progresso del nostro Paese“, perché non siamo in grado di fare sistema, tra università, ricerca e imprese.
Argomenti caldi sui quali sta lavorando il MIUR per raccogliere l’invito della Ue ad essere sempre più competitivi. Un’Europa che sta puntando molto su ricerca e innovazione per accelerare la ripresa.
“Mediamente in Italia investiamo in Europa 15 miliardi di euro l’anno su 3 temi specifici: agricoltura, coesione territoriale e ricerca. Di questi ne rientrano in termini di profitto solo 10”, ha commentato Profumo. “In questo modo si tradisce il fine della ricerca che è sinonimo di investimento per la collettività”.
“Vogliamo dar vita a quello che abbiamo battezzato un Paese-palestra, che si prepari in questi due anni, ad affrontare la sfida proposta da Horizon 2020, il sistema di finanziamento europeo integrato destinato alle attività di ricerca che partirà a gennaio 2014″, ha detto ancora Profumo.
“Bisogna fare in modo che ogni regione si proponga come capofila per un grande tema di interesse pubblico e lavori incessantemente nella ricerca dell’innovazione e del dialogo fra gli attori sul suo territorio”.
“Investiremo 2 miliardi sulle smart city per aggregare centri di ricerca, università e imprese, ma dobbiamo evitare che ognuno faccia il proprio clusterino”, ha avvertito il Ministro.
Aggiungendo: “Faremo in modo che non siano più i cittadini a dover andare verso i servizi ma i servizi ad andare verso il cittadino”.
Profumo ha poi parlato di una piattaforma cloud di servizi condivisa da tutti i comuni.
“Sarebbe facilissima da realizzare” e permetterebbe di far cadere ogni barriera burocratica tra i dati delle varie amministrazioni con una semplificazione immensa.
Inoltre bisogna anche rendere i bandi aperti e trasparenti, immettendo un sistema serio di valutazione che faccia ricorso a commissari esterni e soprattutto potendo contare sulla certezza di tempi e regole.
Il vicepresidente di Confindustria, Diana Bracco, pone l’accento sulla necessità di semplificare le procedure. La Bracco ha dichiarato che “La legge 297 che regola la ricerca in Italia è antica, farraginosa, sparpagliata. Bisogna fare una revisione”.
Sulla stessa linea Maria Luisa Coppa,vicepresidente della Confcommercio, per la quale solo innovando potremo recuperare competitività e spingere sull’acceleratore della crescita, “ma dobbiamo fare in fretta, appunto ‘correre’“.
“Oggi – ha detto ancora – ci stiamo confrontando con dati che riportano l’economia italiana ai livelli della fine degli anni ’90 e che non lasciano dubbi sulla drammaticità, profondità e durata di questa recessione: pressione fiscale complessiva sui contribuenti in regola al 55%, un record mondiale; riduzione dei consumi per il 2012 del 2,7%; disoccupazione in crescita; investimenti in calo del 5,7%.”
“Di fronte a questi dati – secondo la vicepresidente della Confcommercio – è chiaro che l’imperativo è reagire e occorre farlo in fretta”.