eSECURITY: G20, ancora sotto esame i gadget elettronici russi donati ai partecipanti

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VINTI

Rientra l’allarme sicurezza per i delegati e i partecipanti di ritorno dal G20 di San Pietroburgo. Il codice rosso era scattato dopo la notizia, al momento non confermata nei fatti, che i gadget elettronici dati in dotazione dai russi ai grandi della Terra fossero spiati dagli 007 di Mosca

 

L’affaire Datagate ha messo tutti in allerta e anche i servizi segreti dei Paesi del G20 stanno lavorando il doppio, per controllare che tutto proceda per il meglio. Dalle prime analisi eseguite sugli hardware e i software in dotazione dei politici e di tutte le delegazioni internazionali non sembra ci sia il pericolo di intercettazioni o sottrazione di dati sensibili.

 

Lo precisa un portavoce della Commissione europea, Frederick Vincent, spiegando ai giornalisti che le verifiche sono ancora in corso e che si tratta di una semplice procedura standard, dopo una missione in un paese terzo.

 

Le notizie di dispositivi di comunicazione messi sotto controllo è stata subito smentita da Mosca, già ieri, appena ne hanno dato notizia i giornali.

 

La prassi, spiega il portavoce Ue, è che al rientro da missioni esterne, tutti i device di comunicazioni e accessori digitali (Usb, memorie esterne e altro) siano posti sotto controllo per la massima sicurezza delle Istituzioni europee: “I servizi di sicurezza sono infatti consapevoli della minaccia che può nascondersi dietro oggetti come chiavette usb o accessori per cellulari, ed è per questo che hanno stabilito una regola base per i diplomatici di Bruxelles: quando sono in missione non devono mai utilizzare mezzi di comunicazione forniti da altri, ma sempre strumenti e accessori personali“.

 

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