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PRIVACY: web cam a scuola in Lombardia, scettici i presidi

VINTI

Parte da Vigevano nel pavese una nuova idea di scuola: online, sorvegliata da video camere e che consente ai genitori di controllare cosa accade in classe. Un modo di intendere la didattica e la vita scolastica molto diverso dal passato, ma non senza polemiche al seguito.

 

C’è chi è d’accordo e fin da subito si dice propenso all’installazione di web cam nelle classi e nei corridoi degli istituti e chi invece considera tale idea assolutamente sbagliata, non rispettosa della privacy di studenti e professori, minacciosa nei confronti dell’autonomia scolastica, soprattutto in relazione alla possibile ingerenza delle famiglie nelle dinamiche interne.

 

Come riportato sul quotidiano La Provincia Pavese, favorevole alla soluzione sarebbe anche l’Ufficio scolastico provinciale di Pavia: “Io le metterei nelle classi – spiega il dirigente dell’Ufficio, Giuseppe Bonelli – perché noi insegnanti lavoriamo in uno spazio pubblico che è la scuola e la lezione non è una questione privata“.

 

Secondo il provveditore, anche a seguito di incresciosi episodi di violenza all’interno degli edifici scolastici: “I docenti devono avere la consapevolezza che a scuola non sono più davanti solo a una classe di alunni, ma la platea si è moltiplicata, siamo davanti a un sistema di comunicazioni che immediatamente riporta all’esterno quel che accade in classe, la nostra dimensione scolastica è molto più pubblica di qualche anno fa“.

 

Contrari, invece, numerosi presidi delle scuole della provincia, che ricordano come non è la web cam ha risolvere i problemi in classe, semmai serve un corpo docente più formato e motivato, una diversa idea di didattica adeguata al progresso tecnologico e una maggiore apertura verso l’esterno e i famigliari, da compiersi però non tramite le web cam, perchè “Da una telecamera in classe si può osservare quello che accade ai nostri figli e cosa fanno, ma si vedono anche gli altri alunni“.

 

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