VINTI
A meno di ripensamenti dell’ultimo momento, Facebook ha ufficialmente tolto la censura sui video violenti. Decapitazioni, atti terrotistici, violazioni dei diritti umani, esecuzioni di ogni tipo saranno tranquillamente caricabili sotto forma di contenuti audiovisivi sul più grande social network del pianeta.
“Saranno pubblicati per rendere più evidente la loro condanna“, ha spiegato un portavoce dell’azienda californiana, “non è niente altro che una denuncia contro tali orrori“. Diversamente la vede invece David Cameron, primo ministro britannico, che taglia corto e accusa Facebook di un atto insensato, da “irresponsabili”: “Dovranno spiegare tale scelta direttamente ai genitori dei ragazzi che quotidianamente affollano il social media“.
Altre aziende, come la ZipCar, società di carsharing inglese, una volte vista la propria pubblicità accostata involontariamente ad uno di questi contenuti, ha subito protestato con un comunicato stampa ufficiale: “Vogliamo che sappiate che noi non giustifichiamo questo tipo di contenuto ripugnante che sta circolando su Facebook“.
“Facebook – ha dichiarato il portavoce – è da tempo un posto dove le persone si trovano per condividere le loro esperienze, in particolare quando sono collegate ad eventi controversi, come ad esempio gli abusi dei diritti umani, atti di terrorismo e di altri episodi di violenza“.
Il problema è che alcuni video sono davvero violenti e oltre ogni senso dell’etica e della morale, come nel caso di un contenuto pubblicato in Messico in cui si vede un uomo mascherato uccidere una donna, in pieno stile snuff movie, produzioni audiovisive vietate da sempre per l’alto tasso di pornografia e violenza.